Roma, 19 agosto -N.R.- Pannella ha dichiarato:
"Malgrado l'interessamento del presidente del Consiglio, del nostro Ministero degli Esteri, dell'Ambasciatore italiano a Mosca, dell'Ambasciata Sovietica a Roma e, in precedenza di quelle di Parigi e di Bruxelles; malgrado - più in generale - le volontà, l'impegno, appassionato e sincero, del Presidente Gorbaciov e di tanta parte ormai della classe dirigente sovietica perchè un soffio nuovo animi in direzione della libertà e della tolleranza la vita civile dell'URSS, i sette cittadini sovietici che devono partecipare al Consiglio Federale del PR rischiano di non poter raggiungere Roma a causa di difficoltà burocratiche che stanno rivelandosi nei fatti insormontabili.
Noi siamo certi che se le autorità sovietiche e l'opinione pubblica fossero informate di questo spiacevole sintomo di opacità burocratica che ha già costretto il PR ad aggiornare una sua riunione statutaria di grande e drammatica importanza per il partito, l'ostacolo verrebbe rimosso in poche ore o minuti. Noi siamo certi che esse, per prime, riterrebbero spiacevoli e anche allarmanti queste difficoltà che ci sono imposte, che danno una immagine sfavorevole sul persistere di riflessi e di realtà negative in URSS.
D'altra parte sarebbe per noi gravissimo dover subire una situazione che violerebbe diritti e attese democratiche e civili sostanziali per il PR, per noi tutti, per i nostri compagni e per i cittadini sovietici.
Consapevole di tutto questo, da nonviolento, ho il dovere di intervenire in modo adeguato per consentire alle autorità sovietiche, al Presidente Gorbaciov - se necessario - di rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla venuta dei nostri compagni e dei nostri invitati.
Per questo, per e con amicizia e fiducia, inizio domani uno sciopero della fame nonviolento, di dialogo e di testimonianza, che proseguirò fino al momento dell'arrivo a Roma dei nostri invitati e nostri iscritti, o alla assoluta certezza che questo avvenga.
Obbedendo alle prescrizioni dei medici, da tempo, non avevo più effettuato scioperi della fame. Ma, in coscienza, quale Presidente del Consiglio Federale del Partito Radicale, ma anche quale deputato rappresentante del popolo italiano, quale membro parlamentare dell'Assemblea del Consiglio d'Europa e dell'Assemblea dell'UEO, quale militante nonviolento, ritengo di aver questo dovere sia nei confronti delle autorità sovietiche, sia di tutti coloro che ci stanno già aiutando, sia del partito sia dei principi di democrazia che intendiamo veder affermati.
Rivolgo un appello urgente e pubblico alla stampa sovietica perchè questa situazione venga fatta conoscere e per dimostrare che anche per i colleghi giornalisti perestroika e glasnost costituiscono concreti e nuovi punti di forza e di riferimento nella loro preziosa attività".