Roma, 23 agosto - NR - Il testo letto dal segretario Sergio Stanzani:
A questa conferenza stampa avrebbe dovuto partecipare anche Marco Pannella che é dovuto partire improvvisamente ed urgentemente per Bruxelles dove aveva un incontro con il capo di gabinetto del Burkina Faso, Salif Diallo - che ha partecipato a numerosi consigli federali del Partito Radicale insieme all'ex ministro del Burkina Basile Guissou - con il quale doveva discutere di importanti questioni relative al regime militare di Campaoré e a fatti nuovi che si stanno verificando.
Siamo molto rammaricati della sua assenza anche perché questa sarebbe stata la prima occasione nella quale parlare seriamente con i giornalisti dello sciopero della fame, che Pannella sta conducendo, per concorrere a creare quelle condizioni di politica e di informazione che permettano ai nostri iscritti sovietici, membri del Consiglio federale del Partito radicale, di essere a Roma il I·settembre prossimo.
Di questa azione nonviolenta iniziata da Marco Pannella quattro giorni fa, nei giornali e nei media di questi giorni non é passata alcuna notizia che rendesse comprensibile all'opinione pubblica la specificità e gli obiettivi del digiuno.
Anche chi ne ha voluto parlare, L' Unità, per esempio, si é limitata solamente ad accennarlo all'interno di un pastone nel quale non venivano spiegate le ragioni e i motivi, oltre che la dialogicità, dell'iniziativa di Pannella.
Questo comportamento, o questo riflesso della informazione, non ci meraviglia perché, anche quando non c'é malafede da parte della stampa, la nonviolenza politica non viene mai immediatamente colta o sostenuta come elemento veramente rivoluzionario e determinante, ma come un fatto di colore radicale o, nel migliore dei casi, come un'abitudine a cui siamo assuefatti.
Eppure, se una considerazione fra tutte possiamo fare sulla manifestazione di Praga in memoria viva dei carri armati sovietici e perchè non accada mai più, dobbiamo dire che la manifestazione ha avuto una forza enorme e definitiva, che nessuno può negare: la forza della nonviolenza dei cittadini che a migliaia e migliaia si sono riversati nella Piazza S. Venceslao portandosi dietro i figli nelle carrozzine, e i vecchi genitori a braccetto.
Altrettanto, l'appello con cui si é aperta la manifestazione, seguito da una esplosione di applausi, e letto da un giovane ungherese diceva "Venimmo vent'anni fa con i carri armati, torniamo oggi con i fiori..."
La seconda considerazione riguarda il ruolo e la responsabilità dell'informazione nei processi di democrazia e nella tutela delle vite umane: senz'altro, se in Piazza S Venceslao non fossero state presenti almeno tre cineprese di grandi televisoni internazionali, il massacro probabilmente ci sarebbe stato.
Questo é il grande ruolo dell'informazione che é stato evidente attraverso le immagini televisive e che ci fa dire che non é possibile che la stampa si sia lasciata intimidire dalle prese di posizione del governo cecoslovacco, costringendo noi a sostituirci a corrispondenti che non c'erano mentre erano presenti, in forze, nella vicina Varsavia.
Proprio per il ruolo che l'informazione può avere quando non manca a se stessa, noi giudichiamo gravissime tutte le aggressione che sono state messe in atto nei confronti dei pochissimi media presenti.
Da molte parti é stato detto che i manifestanti arrestati dalla polizia fossero radicali ungheresi, polacchi e italiani; il governo cecoslovacco, anche quest'anno come l'anno scorso ha accusato le organizzazioni straniere - e in particolare noi - di avere organizzato a migliaia i manifestanti cecoslovacchi.
Come forza politica trasnazionale e nonviolenta noi confermiamo ciò che nei giorni scorsi abbiamo detto alla stampa italiana e non: la delegazione radicale é quella di cui abbiamo dato i nomi ufficialmente; gli altri manifestanti sceglieranno liberamente se dichiarare o no la propria appartenenza politica.
Non possiamo negare tuttavia, che i nostri rapporti con i gruppi di opposizione ungherese - presenti anche al nostro congresso di Budapest - sono di grande attenzione ed interesse reciproco.
E' evidente che la Cecoslovacchia é per noi terreno di iniziativa politica nonviolenta e militante nel quale organizzare il Partito radicale dei diritti umani e delle libertà.
Tra poche ore si svolgeranno a Mosca e a Leningrado manifestazioni di iscritti sovietici al Partito radicale (sono ormai più di 70), contro il patto Molotov-Ribbentrop, che sono state vietate dal Comitato esecutivo sovietico (vedi allegato).
Riteniamo inaccettabile il divieto e le motivazioni con il quale é stato giustificato; ci auguriamo che le autorità sovietiche recedano da questa decisione e annuncimao che alle manifestazioni che si terranno in piazza Puskin e davanti a Nostra Signora di kazan, parteciperanno anche i membri della segreteria Antonio Stango e Marino Busdachin, oltre che la consigliera federale Eugenia Debranskaja.
Ci auguriamo che la politica di Gorbaciov abbia il sopravvento sulle persistenti tentazioni autoritarie delle burocrazie e di non doverci trovare a vivere un'altra Praga.