Roma, 29 agosto -N.R.- Proponiamo l'intervista del Prof. Aiuti, rilasciata a Radio Radicale, sui risultati del Meeting di Bethesda.
D: Prof. Aiuti quali sono i risultati del Meeting di Bethesda, recentemente conclusosi a Washington?
R: Intanto diciamo che l'AZT negli Stati Uniti, come del resto anche in Italia e in altri Paesi del mondo, viene somministrato non solo ai malati di AIDS conclamata ma anche ai malati con sindrome pre-AIDS o ARC.
D: Si Prevede la somministrazione del'AZT a tutti i sieropositivi?
R: Per questo ancora non c'è risposta. Ci sono degli studi sia in Italia che in America, iniziati da pochi mesi, e soltanto tra qualche mese, forse un anno si saprà se questo farmaco potrà essere dato a tutti i sieropositivi che hanno ovviamente dei deficit immunologici. C'è da dire che seguire questi soggetti comporta delle grosse indagini, delle grosse spese perchè testare oggi un soggetto sieropositivo dal punto di vista immunologico, significa fare una serie di batterie di esami di laboratorio e ripeterle nel tempo. Al ministro della Sanità voglio dire, e lo dico da 5 anni, che non è solo un problema di posti-letto: si tratta anche di potenziare i day-hospital, gli ambulatori e i laboratori di analisi che svolgono per ora il 90% del lavoro relativo al problema dell'AIDS. Fortunatamente tutti i soggetti sieropositivi e i malati con AIDS lieve non richiedono sempre un ricovero e con questo non voglio dire che il Piano proposto da De Lorenzo non vada bene, dico semplicemente che oltre i posti-letto occorre
prevedere un potenziamento delle strutture di laboratorio e di day-hospital.
Dal meeting sono state così confermate le buone notizie sull'AZT, mentre per quanto riguarda l'epidemiologia i dati non sono tranquillizzanti almeno per gli Stati Uniti e per l'Europa centrale inclusa l'Italia: negli Stati Uniti il numero dei sieropositivi, secondo i dati forniti dal Centro di Controllo delle Malattie di Atlanta, è 1.400.000. Ma il dato importante che è venuto fuori dal Meeting è che applicando una formula matematica molto complessa che si ottiene calcolando il numero dei casi di AIDS degli ultimi quattro anni e la progressione di questi casi, si ottiene con esattezza il numero dei sieropositivi che sono nel territorio con un errore del 5%. Questo permette di programmare le ricerche e l'assistenza.
D: Questa formula matematica può essere applicata nello stesso modo in tutto il mondo?
R: Certamente. Tra qualche settimana, o mese, gli esperti epidemiologici italiani potranno dare un'esatta visione di quella che sarà la situazione dell'AIDS evitando di fornire cifre ballerine che sono state date dall'85 all'88 fino ad arrivare ai nostri giorni; cifre che da un lato erano troppo allarmanti e dall'altro troppo ridimensionate. Gli ultimi dati relativi al nostro Paese risalgono a giugno quando si parlava di 4130 casi di AIDS, mentre per quanto riguarda i sieropositivi sono state fornite le cifre più diverse, chi diceva 50.000, chi 200.000, chi 300.000.
D: Per quanto riguarda la prevenzione, mi sembra che il dato più preoccupante sia quello della possibilità effettiva di avvicinare coloro che hanno comportamenti a richio...
R: Stavo, infatti, per lanciare un appello drammatico che non è il mio ma di colleghi americani che hanno saputo della legge che sta per essere approvata in Italia. Loro si trovano nella situazione in cui non possono più fare la prevenzione ai tossicodipendenti e ai loro partners perchè la legislazione molto dura che già c'è, sta allontanando dai centri di assistenza i soggetti sieropositivi. Questi colleghi americani mi hanno detto:
"se hai un minimo di possibilità in Italia cerca di convincere i politici a trovare un altro sistema perchè i soggetti sieropositivi si allontaneranno dai centri per paura di essere arrestati". Non so che risposte dare in Italia ma ho capito che i soggetti che oggi vengono ai nostri centri un domani che sanno di essere perquisiti o denunciati dalla polizia perchè tossicodipendenti, rischiano di non venire più. Non sono un esperto, non dico di essere contrario alla legge che sta per essere varata, dico solo che si deve tenere presente questo immenso problema vista l'alta percentuale che abbiamo di sieropositivi (60%) fra i tossicodipendenti."Please, don't do it! - mi hanno detto i colleghi americani invitandomi a passare una settimana a New York per verificare di persona nei ghetti gli effetti devastanti delle leggi repressive.