IL GOVERNO ESIGA IL RISPETTO DELL'ATTO DI HELSINKI E VIENNA, FIRMATO ANCHE DALLA RDT, DOVE SI AFFERMA CHE "CIASCUNO PUO' LASCIARE QUALSIASI PAESE COMPRESO IL PROPRIO".MOZIONI PROMOSSE DAI SENATORI E DAI DEPUTATI FEDERALISTI EUROPEI AL SENATO E ALLA CAMERA.
Roma, 15 settembre -N.R.- I senatori e i deputati federalisti europei - primi firmatari rispettivamente Lorenzo Strik Lievers e Peppino Calderisi - hanno promosso due mozioni sulla questione dei profughi dalla RDT. La mozione al Senato è sottoscritta da Spadaccia, Corleone, Boato (federalisti europei ecologisti), Giolitti e Arfè (SI), Pollice (Verdi Arcobaleno), Bono Parrino (PSDI)
Il Senato
considerando che
- alla luce dell'evoluzione della situazione internazionale e delle straordinarie trasformazioni in senso democratico in corso in alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale appare insieme possibile e indispensabile che i principi proclamati e gli impegni assunti con l'Atto finale di Helsinki e con i suoi successivi aggiornamenti nell'ambito del processo CSCE divengano sempre più il punto di riferimento centrale delle relazioni internazionali;
- la collaborazione fra gli stati firmatari dell'Atto di Helsinki nel dare concreta e puntuale applicazione agli obblighi assunti costituisce una condizione fondamentale perchè le trasformazioni sopra ricordate si risolvano non in pericolose forme di destabilizzazione disgregante ma nella conquista di una nuova, dinamica stabilità di democrazia e di diritto;
- fra gli impegni reciprocamente assunti dagli Stati con il più recente e significativo atto del processo CSCE, il documento conclusivo della riunione di Vienna adottato il 19 gennaio 1989, stanno i seguenti:
"Gli Stati partecipanti rispetteranno pienamente il diritto di ciascuno (...) di lasciare qualsiasi paese, compreso il proprio, e di fare ritorno al proprio paese" (punto 20).
"Gli Stati partecipanti assicureranno che l'esercizio dei summenzionati diritti non sia soggetto ad alcuna restrizione, eccetto quelle previste con legge e che siano conformi ai loro obblighi derivanti dal diritto internazionale sui diritti civili e politici e ai loro impegni internazionali, in particolare alla Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo. Tali restrizioni hanno carattere eccezionale. Gli Stati partecipanti assicureranno che dette restrizioni non siano applicate in maniera abusiva nè arbitraria, ma in modo tale da salvaguardare l'effettivo esercizio di questi diritti" (punto 21).
- le restrizioni al diritto di lasciare il proprio paese vigenti nella Repubblica democratica tedesca, firmataria dell'Atto finale di Helsinki e del documento di Vienna, costituiscono gravi e flagranti violazioni dei principi in essi proclamati, non corrispondendo in alcun modo al profilo di straordinarietà e agli altri caratteri definiti dal punto 21 citato;
- la grave situazione di tensione determinatasi tra la Repubblica democratica tedesca e l'Ungheria deriva dalla violazione dei principi di Helsinki e di Vienna da parte della RDT e dall'obbligo morale in cui le autorità ungheresi si sono trovate di ovviare agli effetti di tale violazione, per non divenire obiettivamente corresponsabili, oltre che dalla necessità in cui l'Ungheria si è trovata di onorare gli impegni assunti sottoscrivendo la convenzione di Ginevra sui rifugiati;
- il contrasto fra Repubblica democratica tedesca e Ungheria, pertanto, non riguarda soltanto questi due paesi ma coinvolge la corresponsabilità politica di tutti gli Stati partecipanti alla CSCE,
IMPEGNA IL GOVERNO
1) ad assumere tutte le iniziative adeguate a promuovere la piena osservanza da parte di tutti gli Stati partecipanti degli impegni assunti con l'Atto di Helsinki e con il Documento di Vienna;
2) a manifestare la più ferma protesta contro le pressioni esercitate da alcune parti per indurre l'Ungheria ad abbandonare scelte coerenti con lo spirito e con la lettera di tali accordi.