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Agora' Agora - 20 settembre 1989
CRIMINALITA': INTERPELLANZA DI MELLINI, CALDERISI, RUTELLI E VESCE SULLE STRATEGIE GOVERNATIVE DI LOTTA ALLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA.

Roma, 20 settembre -N.R.- Interpellanza di Mellini, Calderisi, Rutelli e Vesce al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai ministri di Grazia e Giustizia, Interno, Trasporti, Interventi Straordinari per il Mezzogiorno, Funzione Pubblica e Lavori Pubblici "per conoscere quali siano le valutazioni e gli intendimenti del Governo di fronte alla grave crisi di legalità, al dilagare di abusi e di violenze, al manifestarsi di gravi e sofisticate forme di criminalità organizzata che vanno diffondendosi e stanno operando nei settori più diversi della vita del Paese, in danno soprattutto delle regioni più arretrate e povere.

In particolare chiedono di conoscere se il Governo non ritenga che le analisi e le cosiddette strategie fin qui formulate ed usate nei confronti della mafia e della camorra siano da considerare carenti e superate per essere stata sottovalutata la gravità del fenomeno collaterale e spesso interferente della criminalità fondata sull'abuso e sulla corruzione dei pubblici poteri. Sul clientelismo, sulla lottizzazione di ogni funzionario, potere, impiego, appalto, erogazione di pubblico contributo, fenomeno che comporta riscossioni di enormi utili e tangenti, che tende a produrre fenomeni derivati di criminalità anche sanguinosa e che rendono poco credibile l'azione dello Stato nei confronti della criminalità camorristica e mafiosa, quando ad essa non fornisca protezioni e non apra nuovi campi di intervento.

Chiedono di conoscere se il Governo non ritenga che misure di prevenzione, maxiprocessi, uso dei pentiti, protagonismo dei magistrati, retorica della gran parte della stampa, concorrendo a creare l'illusione della via maestra della "decapitazione" della "piovra", in realtà finiscano per concentrare l'intervento su forme superate e perdenti della criminalità organizzata di tipo propriamente mafioso e camorristico, aprendo il passo a nuovi nuclei e nuove forme accelerando il riversarsi della criminalità organizzata verso la droga, lo strozzinaggio, l'utilizzazione spregiudicata e largamente diffusa di forti disponibilità liquide.

Chiedono di conoscere se il Governo non ritenga che l'eventuale approvazione, in questo contesto, di nuove norme relative ai reati dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione, contenenti diminuzioni di pene e ampi spazi di depenalizzazione, non rappresenterebbe un gravissimo incentivo all'ulteriore aggravarsi di tale situazione con effetti devastanti anche per la credibilità delle istituzioni e della giustizia.

Chiedono di conoscere se il governo voglia considerare l'esistenza e l'intraprendenza di grossi interessi, di organizzazioni e quindi di stampa e di partiti che sfruttano la retorica antimafiosa, fondata su volute deformazioni e reticenze, per valersene al fine di una penetrazione nell'economia del Sud, attraverso appalti, concessioni, insediamenti imprenditoriali, interessi che sembrano puntare sulla trasformazione della necessaria repressione della criminalità in zone che ne sono particolarmente infestate, in una sorta di nuova guerra del brigantaggio, con effetti non meno perversi e devastanti.

Chiedono di conoscere se la presenza in certe regioni "calde" di magistrati "intoccabili" per l'acquisita fama di "lottatori", malgrado notorie malefatte e manifesti legami equivoci, di intere famiglie di magistrati che pressoché monopolizzano la funzione giudiziaria in talune sedi, l'abuso impunito di ripugnanti forme di violenza e di prevaricazione, la sommarietà di giudizi e la labilità delle prove, le prolungate carcerazioni preventive di persone spesso innocenti, la spettacolarità inconcludente di operazioni di "rastrellamento", che talvolta sconfina nel ridicolo, non rappresentino altrettante forme di incentivazione alla disaffezione nei confronti della legalità e della giustizia per popolazioni già sottoposte ad avvilenti forme di vassallaggio clientelare e di vessazioni da parte dei pubblici amministratori.

Chiedono infine di conoscere se il Governo non ritenga che, per ristabilire ordine e legalità, occorra un'azione capillare, silenziosa e continua diretta a perseguire, con scrupoloso rispetto della legalità e di ogni garanzia costituzionale, crimini di ogni genere e d'ogni entità, mettendo da parte ogni protagonismo, senza cedere ad interessi poco chiari ed a tentazioni demagogiche."

 
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