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Agora' Agora - 26 settembre 1989
CASO BARALDINI: IL GOVERNO ITALIANO NON AGISCE PER APPLICARE LA CONVENZIONE SULLE ESTRADIZIONI. LA BARALDINI SOTTO SCORTA ARMATA 24 ORE SU 24, AMMALATA DI CANCRO NON VIENE SOTTOPOSTA DA GIUGNO AI CONTROLLI. TRASFERITA VENERDI' IN UN PENITENZIARIO-INFERNO. NESSUNA TRACCIA DI UN INTERVENTO DELLA NOSTRA AMBASCIATA A WASHINGTON.

New York, 26 settembre -N.R.- Silvia Baraldini, che ha perso la sorella Marina nell'esplosione dell'aereo francese in Africa, è agli estremi di una prostrazione psicofisica aggravata da dure e disumane restrizioni carcerarie inflitte dalle autorità del "Metropolitan Correctional Center" di New York: da 4 giorni i suoi limitati movimenti fuori della cella, nei corridoi e nella mensa del penitenziario debbono essere effettuati solo sotto scorta armata, ostacoli vengono frapposti alle visite dei suoi avvocati. Verrà trasferita lunedì nel carcere di massima sicurezza di Marianna in Florida, che riproduce ed esaspera le condizioni della sua precedente detenzione in quello infernale di Lexigton nel Kentucky, chiuso in seguito ad un ricorso di diverse organizzazioni per i diritti civili. L'esito positivo del ricorso è stato abrogato l'8 settembre dalla Corte d'Appello del distretto della Columbia. Ammalata gravemente di cancro, ha già subito due interventi chirurgici, dallo scorso giugno non è stata sottoposta ai

controlli medici tassativamente prescritti dai medici dell'istituto carcerario di Rochester che l'avevano operata. In un fortunoso ponte telefonico stabilito tramite gli uffici newyorchesi del suo legale Elisabeth Fink, è riuscita a parlare ieri notte con un giornalista della RAI a Roma: è apparsa stremata, ha parlato con un filo di voce della sua ultima speranza di ottenere un "furlough", un rilascio provvisorio in affidamento ai suoi legali, che le permetta di presenziare per poche ore a Roma insieme alla madre alle esequie della sorella. Esistono numerosi precedenti,ha osservato la Fink, che in caso di richiesta del governo italiano permetterebbero legalmente un breve rimpatrio della detenuta per motivi umanitari. C'è il caso di una detenuta USA che ha potuto assistere ai funerali dei genitori nell'isola di Guam; quello di Andreas Figueroa Cordero, "terrorista" portoricano ammalato di cancro che venne rispedito al suo Paese da Carter. Per la Baraldini, esiste una disponibilità USA ad estradarla in Ital

ia entro 6/7 mesi in base alla convenzione di Strasburgo che dovrebbe entrare in vigore ad ottobre. Ma proprio l'attesa "burocratica" dell'entrata in vigore di questa convenzione internazionale motivare l'inazione del nostro governo nei rapporti con Washington. L'ambasciata italiana chiederà l'applicazione della convenzione di Strasburgo il 2 ottobre e l' estradizione potrà essere attuata nel febbraio-marzo 1990. La Farnesina ha fatto sapere di essere intervenuta presso le autorità americane per ottenere un rinvio del trasferimento della detenuta nel carcere di Marianna, ma dagli accertamenti effettuati a Washington presso il dipartimento di Giustizia non esiste traccia alcuna di questa richiesta, almeno a livello ufficiale,come non c'è stata alcuna replica del ministero italiano della Giustizia nè di quello degli Esteri all' interrogazione del gruppo Federalista Europeo del 15 settembre.

 
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