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Agora' Agora - 26 settembre 1989
DROGA: LEGGE SULLA DROGA AL SENATO: "NESSUNA VOLONTA' OSTRUZIONISTICA, MA NON SI POSSONO STROZZARE INGIUSTIFICATAMENTE I TEMPI DI DISCUSSIONE" DICE SPADACCIA.
UN ARTICOLO DOMANI SU 'IL GIORNALE D'ITALIA'.

Roma, 26 settembre -N.R.- Gianfranco Spadaccia, presidente del gruppo parlamentare Federalista Europeo Ecologista del Senato, spiega in questo articolo che apparirà domani su 'Il Giornale d'Italia' la posizione su tempi e modi di approvazione della legge in discussione al Senato.

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Domani la conferenza dei capigruppo del Senato dovrà decidere i tempi di discussione e di approvazione della nuova legge sulle tossicodipendenze. Io mi auguro che sia abbandonato ogni atteggiamento ricattatorio nei confronti della maggioranza e dell'intero parlamento e che prevalga l'esigenza di un esame approfondito e di un confronto serio e leale.

si tratta di un problema grave e drammatico per l'intera società di fronte al quale sono fallite finora tutte le strategie proibizioniste, sia quelle ispirate ad orientamenti repressivi, sia quelle più permissive. Come antiproibizionista rivendico il diritto a che le mie posizioni e le mie proposte siano valutate e che di esse il paese, l'opinione pubblica siano correttamente informati in un dibattito a più voci. Invece assistiamo in questi giorni ad una grave e crescente caccia alle streghe. Chiunque si opponga alle proposte craxiane viene criminalizzato come un teorizzatore, un sostenitore e un praticante del consumo di droga. I seguaci più acritici e fanatici del capo, se Craxi arriva a tanto, sentono il bisogno di superarlo e arrivano ad insinuare che ogni antiproibizionista è un protettore dei narcotrafficanti. A che vale obiettare che è proprio il proibizionismo ad assicurare al traffico di stupefacenti e alle mafie internazionali i loro immensi profitti? Una giornalista che si è azzardata a scrivere c

he "non esistono scorciatoie", è stata personalmente attaccata dal segretario del PSI, e il direttore del suo giornale "La Stampa" è stato richiamato all'ordine.

Occorre liberarsi e liberare la politica e il parlamento da questo clima avvelenato. Io rispetto i diritti delle maggioranze. Ma in pochi mesi ho visto rovesciare l'indirizzo prevalente nella maggioranza a causa dello spregiudicato uso del potere di coalizione esercitato dal PSI nei confronti dei suoi alleati di governo. E come senatore e come cittadino ho il diritto di valutare le nuove norme della legge, l'impatto che esse avranno sugli apparati pubblici che devono applicarle e i loro possibili effetti sulla società.

Si è detto che la nuova legge attende da cinque anni di essere approvata. Niente di più falso. Cinque anni fa i socialisti presentavano una legge che prevedeva la depenalizzazione del consumo di marijuana e - nei trattamenti di disintossicazione o disassuefazione - la somministrazione controllata di eroina. La legge che stiamo discutendo è stata invece presentata in Senato solo il 12 gennaio di quest'anno. Se non è stata ancora approvata non è colpa del parlamento, è responsabilità di chi ha paralizzato con la crisi di governo per oltre due mesi le istituzioni parlamentari. A causa di questa paralisi che ha colpito l'intera attività legislativa e non solo questa legge, le commissioni sanità e giustizia hanno cominciato solo la settimana scorsa l'esame del testo messo a punto dal comitato ristretto. Mentre scrivo stanno discutendo dell'art. 5, e ancora lontane dall'esaminarne alcuni dei punti centrali (per esempio la questione della punibilità/non punibilità del consumatore). In questi primi cinque articoli

si sono costituiti ben cinque nuovi organismi amministrativi con una sovrapposizione e divaricazione di competenze che è difficile come sempre riportare ad unità e che comporta il rischio della creazione di nuovi carrozzoni. E'lecito discuterne? O bisogna prendere o lasciare? Non c'è da parte nostra nessuna volontà ostruzionistica. Ribadiamo che siamo disponibili a concludere nelle commissioni il dibattito prima della sessione di bilancio e ad iscrivere all'ordine del giorno dell'Assemblea del Senato la legge, come primo punto, dopo la finanziaria e il bilancio dello Stato. Cioè a metà novembre. Non siamo invece disponibili ad una strozzatura ingiustificata dei tempi di discussione e a deroghe alla norma regolamentare che riserva tassativamente 45 giorni dei nostri lavori alla manovra finanziaria e ai documenti contabili dello stato. Soprattutto non siamo disponibili ad accettare un dibattito a senso unico nel quale solo i nostri interlocutori hanno diritto di parola nei grandi mezzi di informazione di massa

e, in particolare nel servizio pubblico della RAI-TV.

 
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