Roma, 26 settembre - N. R. - E' giunto al 19· giorno lo sciopero della fame di Sergio Segio e Susanna Ronconi, ricoverati in gravi condizioni presso il reparto per detenuti dell'ospedale delle Molinette di Torino. A Torino, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso il Consiglio Regionale, è stato presentato un appello sul caso di Sergio Segio sottoscritto da oltre 100 personalità del mondo religioso, della cultura e della politica. L'appello, di cui proponiamo il testo, è stato firmato tra gli altri da Don Ciotti, Mario Gozzini, Marco Pannella, Don Luigi Di Liegro, Padre Ernesto Balducci, Diego Novelli, Sergio Stanzani, Luigi Manconi, Bruno Zevi, Piero Fassino, Filippo Fiandrotti e Gianni Mattioli.
"Dal giorno 7 settembre u.s. Susanna Ronconi e Sergio Segio attuano uno sciopero della fame che intende aprire un dialogo sulla negata concessione del lavoro esterno (ex Art. 21 O.P.) nei confronti di Segio, da parte del Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Torino.
Le loro condizioni di salute si sono progressivamente aggravate tanto da rendere necessario il ricovero in ospedale. In particolare, destano preoccupazione le condizioni di Segio, affetto da una disfunzione renale.
La loro presa di posizione intende attirare l'attenzione sulla motivazione del provvedimento del Tribunale di sorveglianza: il rapporto ritenuto insufficiente, tra il periodo di pena scontato da Segio e l'entità della sua condanna. Ricordiamo che tale motivazione non trova riscontro nel dettato del suddetto art. 21 della legge penitenziaria che non pone come condizione per l'ammissione al lavoro esterno l'avere scontato una determinata quota della pena, e che tale autorità non ha potuto addurre altre motivazioni particolari riguardanti Segio.
Prendendo atto che, grazie allo stesso art. 21 e alle misure alternative alla detenzione, numerosi detenuti -e tra questi la stragrande maggioranza degli stessi detenuti politici- hanno potuto intraprendere un percorso di reinserimento nella società.
Sottolineando che in questi anni Segio è stato attivamente interno a quel percorso collettivo che ha stimolato, dall'interno della detenzione politica una riflessione sugli anni passati e si é impegnato per una maggiore apertura del carcere.
Ricordando che tale impegno ha positivamente costruito un rapporto con numerosi ambiti sociali e culturali cittadini e che questo rappresenta una possibilità non astratta di risocializzazione, come del resto testimonia il già avvenuto reinserimento di quanti hanno condiviso questo percorso.
Esprimiamo la nostra preoccupazione per il protrarsi di questa situazione e per l'ulteriore aggravarsi delle condizioni di salute di Segio e Ronconi;
auspichiamo che si possa, nel più breve tempo possibile giungere ad una positiva soluzione tale da consentire a Segio di prestare servizio presso il Gruppo Abele, in accordo con il parere favorevole espresso dalla direzione del carcere;
invitiamo chiunque abbia ruolo e competenza nel merito a contribuire per una equa e positiva soluzione della situazione creatasi;
ci impegniamo perché il dibattito su questo episodio e l'impegno per una positiva soluzione contribuiscano a fare chiarezza nell'opinione pubblica sui problemi di una sempre più equa applicazione della legge di riforma penitenziaria.