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Archivio Emma Bonino commissario UE
Blondet Maurizio - 2 dicembre 1994
"E' UN'IGNOMINIA"
E LA NOSTRA ITALIETTA NON FA ALTRO CHE ALLINEARSI

Ex Jugoslavia - "Avvenire", 2 dicembre 1994

di Maurizio Blondet

Ignominia: Emma Bonino, commissario europeo, ha trovato la parola giusta per descrivere l'epilogo dell'azione Onu in Bosnia. Con l'accettazione del piano russo di Kozyrev, ha detto, la comunità internazionale sta "autorizzando i serbi nel disegno di sempre, la costituzione della Grande Serbia". "L'ignominia della proposta, la pressione esercitata dai governi francese e inglese sugli Usa perché accettassero quella tesi, l'umiliazione, il disonore, la vergogna della Ueo e dell'Onu saranno foriere di nuovi gravi lutti."

E' ignominia che l'Onu assista allo stupro di Bihac, "area protetta" che s'era impegnata a proteggere; e che dopo lo stupro, Boutros Ghali voli a Sarajevo per ordinare alle vittime di rassegnarsi. Ignominia che, a dar manforte al ministro degli Esteri moscovita Andrej Kozyrev, Francia e Gran Bretagna s'affrettino a dichiarare che il solo modo di evitare il peggio è "sdoganare" Milosevic, riammetterlo agli onori della diplomazia internazionale, perché è il solo in grado di "far ragionare" i criminali di Karadzic.

Gli atti di Ghali, Mitterrand e Major superano, per spregevolezza, persino i peggiori sospetti degli assediati di Sarajevo: non si tratta di complici sottobanco, ma di veri alleati dell'aggressore, che ora si prodigano per assicurargli il saldo godimento delle conquiste strappate con i massacri e le deportazioni etniche. Quest'azione non svilisce solo l'autorità morale presente dell'Occidente, ma persino quella passata. Mezzo secolo fa, l'Occidente non si affannò a chiedere che Hitler fosse accontentato e rispettato, perché era il solo che potesse "far ragionare" i suoi Himmler e i suoi Quisling. Oggi, nasce il dubbio se ciò che spinse l'Occidente a resistere al Reich fu una forza morale, o non piuttosto qualche interesse: come quelli che spingono l'Onu, così pronta a premiare Milosevic con la levata di un embargo mai rigorosamente applicato, a continuare a stringere in un blocco mortale l'Irak, che pure ha ceduto tutto il cedibile.

La macchia si stende anche sul nostro futuro, Emma Bonino stavolta ha ancora ragione: "Dalla violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale non possono derivare né stabilità né una pace giusta". Gli ambienti occidentali che, vergognosamente complici del massacro, ricominciano a definire la tragedia balcanica come una "guerra civile", preparano altro sangue: autorizzano in anticipo la Serbia a massacrare il Kosovo, e domani a schiacciare la Macedonia, a riprendersi la Croazia e persino la Slovenia, "province ribelli" della sola Jugoslavia "legittima", quella che ha la testa (di ferro) a Belgrado. Inoltre deruba i vinti anche della causa per cui tanti di loro sono morti: non per la guerra civile, ma il diritto a una patria.

La Bonino ha definito "indegna e gravissima" anche la posizione italiana sulla Bosnia. Il ministro degli Esteri Martino, infatti, s'è affrettato a dichiarare "interessante" la proposta russa di lasciare che la Serbia accorpi le sue conquiste territoriali in Croazia e Bosnia sotto il suo regime. Verissimo, purtroppo. Anche se va osservato che non solo l'Italietta berlusconiana s'è accodata a questa decisione vergognosa; persino Kohl, incontrato Mitterrand mercoledì, ha evitato di affrontare l'argomento, su cui Francia e Germania si sanno divise. Il fatto è che la Nato può spaccarsi su questa questione; anche se ci si può chiedere a cosa serva questo gigante da burletta, quest'alleanza capace sì di condurre operazioni neocoloniali, ma non di difendere gli inermi in Europa. La decisione pro-Serbia è stata presa in sedi che non tollerano defezioni; le stesse sedi, sia detto tra parentesi, che decidono conferenze come quella del Cairo. E l'Italietta, essa stessa bisognosa di "sdoganamento" da parte di quelle sedi

che possono conferire legittimità a veri criminali o criminalizzare governi legittimi, cosa volete che faccia?

 
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