di Gabriele PaciL'Italia è l'unico Paese d'Europa, forse del mondo, ad avere tre quotidiani sportivi. Ed ottimi giornalisti sportivi, da Beha a Brera.
Ma nel nostro Paese esiste un altro settore nel quale si segnalano eccellenti exploit: quella dei giornalisti spottivi, che usano cioè la stampa per lanciare i loro messaggi pubblicitari, in campo economico o politico (ci si occupa sempre e si polemizza sul giornalismo politico, ma in quello economico le cose sono spesso peggiori).
Un nume del giornalismo spottivo deve essere il Domenico Campana che oggi firma su 'Il Giorno', nella sua rubrica 'Variabile Indipendente' l'articolo 'Quella sera a cena con Claudio Martelli'.
Nel quale possiamo tra l'altro leggere: "... Martelli è un tribuno, un grande accusatore. Le sue cose migliori le ho sentite dalle tribune congressuali, quando pensa di essere Saint- Just e accusa, tutto serio e duro. Non implacabile: i Robespierre militano nel Pci, talvolta nella Dc. (...) E' uno dei politici con i quali mi sono sentito umanamente più a mio agio. (...) quella sera Martelli e la sua compagna, che fino a quella sera erano perfetti sconosciuti mi parlavano senza renitenza o finzione dei loro sentimenti. (...) Claudio mi appariva, nell'intimità, un uomo riflessivo e un po' malinconico. (...) Pensai: la depressione democristiana nasce dal potere; quella comunista dall'impotenza; la socialista dall'incertezza. (...) Pensavo: l'amicizia democristiana nasce dalla complicità o dalla sfida; quella comunista dall'ideologia; la socialista dal bisogno d'affinità. (...) Credo che quest'uomo (...) si trovi in un momento delicato.(...) Mi dicono che lavora molto, s'interessa, s'appassiona, ha avocato a sè
problemi concreti, la sicurezza del volo, l'immigrazione. (...) Nessuno sa corrompere le anime quanto lo Stato. Perfino Craxi ci stava cascando, se non lo salvava De Mita. Ti raccomando, tieni duro, Martelli."
Questo campione del giornalismo spottivo è sin divertente nella sua impudicizia, più i suoi articoli sono ben fatti e soft, più efficace è il risultato. L'articolo di Campana solleva però un grave problema morale: è giusto che certe cose vadano nelle edicole a disposizione di tutti, anche dei bambini? Non sarebbe opportuno che qualche magistrato intervenisse per imporre quantomeno che in presenza di prestazioni di un certo genere il giornale venisse venduto cellofanato, come le analoghe riviste di settore vietate ai minori dei 18 anni? (Per quanto la nostra gioventù deve essere già ben rovinata se, come riferisce 'Il Messaggero', al convegno della sinistra DC a Bozzolo c'era "... Giovanni, 12 anni. E' un ragazzo biondo che da ore, in una sala gremita, segue i ragionamenti della sinistra DC." E il Tribunale dei minori che dice?).
USTICA: "SPEZZARE L'OMERTA', PRENDERE PROVVEDIMENTI URGENTI": INTERPELLANZA DEI SENATORI FEDERALISTI EUROPEI ECOLOGISTI.
Roma, 30 settembre -N.R.- I senatori del gruppo Federalista Europeo Ecologista Franco Corleone, Spadaccia, Strik Lievers e Boato hanno rivolto sul caso di Ustica la seguente interpellanza al presidente del Consiglio ed ai ministri degli Esteri e della Difesa.
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Premesso che:
- dalla testimonianza rilasciata ai giudici Bucarelli e Santacroce dal maresciallo Luciano Carico, secondo cui al centro dell'areonautica militare di Marsala la sera del 27 giu. '80 il radar avrebbe distintamente tracciato il segnale del DC 9 Itavia che precipitava al largo di Ustica, risulta ormai evidente che da oltre 9 anni la verità su questo caso è stata scientemente occultata (anche attraverso gravi tentativi di depistaggio delle indagini) non solo e non tanto dai vertici militari ma soprattutto da coloro che negli anni scorsi per la loro funzione pubblica e governativa nei confronti di questi avevano il potere d'indirizzare i comportamenti e l'obbigo di controllare la rispondenza di questi ai dettati costituzionali;
- quelle che ormai possono definirsi 'menzogne di Stato' solo sino a poco tempo fa erano verità quasi indiscutibili tant'è che il solo pronunciamento d'ipotesi diverse da quelle ufficiali veniva considerato quasi come un insulto alle Istituzioni ed alla loro credibilità; in particolare lascia attoniti oggi la certezza con cui più volte, rispondendo anche ad interrogazioni parlamentari, il ministro per la difesa pro tempore Valerio Zanone ha sostenuto le versioni ufficiali dell'Aereonautica ("Non accetterò più insinuazioni ingiuste sui militari e se qualcuno insisterà darò mandato all'Avvocatura dello Stato di assumere la tutela della loro onorabilità nelle competitenti sedi"!);
- lo stesso atteggiamento sdegnato è stato più volte assunto da chi nelle Forze Armate non poteva ignorare come realmente i fatti sono accaduti, a meno di non dover ammettere che i nostri vertici militari sono in mano di persone incompetenti e dolosamente superficiali: l'Ammiraglio Mario Porta, Capo di Stato Maggiore della Difesa, solo qualche mese fa dichiarava, in perfetta armonia con l'atteggiamento assunto dal Generale Pisano Capo di Stato Maggiore dell'Aereonautica Militare, che "i vertici delle Forze Armate vengono accusati di mendacio, di connivenza, di slealtà, di depistaggio" mentre era stata da loro offerta tutta la collaborazione possibile e quindi la loro "coscienza è a posto";
- incredibili, sin da allora, anche le dichiarazioni del Generale Lamberto Bartolucci, all'epoca dell'incidente responsabile dell'Aereonautica Militare: "Fin dal giorno della tragedia abbiamo messo a disposizione tutte le informazioni e le registrazioni radar richieste dal giudice"; provabilmente altre informazioni sono state richieste e messe a disposizione dei servizi di sicurezza che certo operando per conto del Governo ( per chi se no?) hanno provveduto al loro occultamento;
- non è inoltre possibile ammettere allo stato dei fatti che la Farnesina non sappia se veramente il leader libico Gheddafi la sera del 27 giugno avrebbe dovuto attraversare con un aviogetto il territorio Italiano per recarsi a Vienna; non è possibile, vista anche la grande disponibilità manifestata sino a qualche anno fa dai nostri ambienti diplomatici nei confronti del Governo di Tripoli, che ancora non si sappia attraverso i servizi di controspionaggio se veramente quella sera il presidente Gheddafi ha rischiato di essere abbatuto in volo; non è possibile che, vista la nostra partecipazione alla NATO, i nostri stretti rapporti con gli Stati Uniti ed il ruolo d'appoggio che svolgiamo nei loro confronti (ricordiamo la presenza in quel periodo della portaerei Saratoga nella golfo di Napoli), il nostro dicastero degli esteri signori se veramente era in corso un'operazione di pressione militare nei confronti della Libia che si sarebbe dovuta concludere con l'eliminazione di Gheddafi (operazione tentata qualche
tempo dopo con un incursione aerea isdraeliana);
per sapere:
- cosa intende concretamente fare il Governo per spezzare l'omertà che si è creata intorno al caso di Ustica e per cansentire un definitivo chiarimento di tutte le reticenze e le contraddizioni di questi anni;
- quali provvedimenti intende prendere nei confronti di coloro che si sono prestati al vergognoso occultamento della verità emersa dai rilevamenti radar;
- come motiva l'inaccettabile comportamento sostenuto dai precedenti Esecutivi che accredidando dati, fatti e situazioni inverosimili hanno negato la possibilita di giungere ad un chiarificazione dell'accaduto;
- se, intendendo tutt'ora accreditare la tesi del buco radar ed intendendo continuare a sostenere l'impossibilita di conoscere le circostanze relative al presunto attentato contro Gheddafi, quali urgentissimi provvedimenti adotterà per rimuovere immediatamente dal Ministero degli Esteri e da quello della Difesa coloro che, preposti ai servizi di sicurezza, hanno mostrato un'incapacità assolutamente inammissibile.