Roma, 30 settembre -N.R.- Peppino Calderisi, presidente del gruppo parlamentare Federalista Europeo della Camera, interviene sul coinvolgimento del Capo dello Stato nella vicenda di Ustica.
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La difesa della Costituzione, della durata naturale della legislatura e del mandato presidenziale deve divenire sempre piu' oggetto di intransigente impegno.
Una meditata lettura di quanto è accaduto in questi giorni a proposito di Ustica e della manovre surrettiziamente ordite sulla Presidenza della Repubblica devono indurre alla massima vigilanza i democratici cui stanno a cuore il corretto funzionamento e la stabilità delle istituzioni.
L'insofferenza di Craxi per la durata naturale della legislatura è fin troppo nota, le Camere devono chiudere i battenti al piu' presto dopo le amministrative, al piu' tardi nel '91. Il settennato presidenziale scade invece nel '92. Per una piu' facile spartizione della Presidenza del Consiglio e della Presidenza della Repubblica sarebbe necessaria la contemporaneità delle scadenze. Da qui il pensiero di provare ad accorciare il settennato di Cossiga.
A titolare "Il missile punta al Quirinale" è stato solo "Il Tempo". Nessun'altro giornale - giustamente - aveva interpretato alcune dichiarazioni del giorno prima (Battistuzzi, Gualtieri) come un attacco a Cossiga. Questo attacco ha stranamente preso corpo proprio nelle righe di chi molto abilmente lo veniva a denunciare.
L'effetto di amplificazione del caso prodotto dalla nota di Andreotti è stato poi sottolineato da molti.
Da ultimo abbiamo oggi su "Il Giornale" una singolare interpretazione: la manovra sarebbe nata per attaccare "la ritrovata allenza tra Dc e PSI" e proprio "per annullare tutti i progetti che sono stati o potrebbero essere elaborati dai segretari della DC e del PSI in compagnia del capo del governo".
Quali progetti ? L'articolo è molto esplicito: "che Andreotti sostituisca Cossiga al Quirinale passando a sua volta le consegne a Bettino Craxi a Palazzo Chigi".
Insomma, secondo il principio che la migliore difesa è l'attacco,
non si esita a rivelare il disegno spartitorio proprio per depistare ogni attenzione dall'impazienza di Craxi di non aspettare il '92 per realizzarlo.
L'accertamento della verità e delle responsabilità su Ustica deve andare fino in fondo, ma sino in fondo occorre battersi anche per la difesa intransigente della Costituzionme, il funzionamento e la stabilità delle itituzioni e con il rispetto delle loro scadenze naturali."