DICHIARAZIONE DI SPADACCIA.Roma, 4 ottobre -N.R.- In merito ai tentativi di 'intimidazione' del Presidente della Commissione Antimafia, sen.Chiaromonte e del deputato PCI, Violante, nei confronti del senatore Federalista Europeo Ecologista Franco Corleone circa la sua visita al pentito Contorno nel carcere di Firenze, il senatore Gianfranco Spadaccia, ha dichiarato:
"Ovviamente sia i senatori del gruppo Federalista Europeo Ecologista sia i deputati eletti nelle liste radicali sono solidali con il senatore Corleone e ben decisi a difenderne le prerogative. Io non penso che il presidente Chiaromonte e il deputato Violante possano pensare di intimidire Corleone ed ottenerne l'acquiescenza ad una impostazione unilaterale dei lavori della commissione. Penso che il caso sia stato sollevato per porre dei limiti all'intera Commissione.
In un articolo pubblicato domenica scorsa su 'Repubblica' il senatore Chiaromonte esprimeva la propria contrarietà ad ascoltare il giudice Di Pisa nella Commissione Antimafia. Giustificava questo orientamento con la necessità di evitare pericoli di sovrapposizioni con le indagini della magistratura e del CSM e con la opportunità di trasferire la guerra al massacro che si sarebbe aperta nel CSM anche all'interno della Commissione Antimafia.
Ho detto e ripeto che rischi di sovrapposizioni non esistono perchè diverse sono le competenze della Commissione da quelle della autorità giudiziaria e del CSM, e che se guerre al massacro esistono, come tutti lamentiamo nel Palazzo di Giustizia di Palermo e in quel pool antimafia che ci era stato presentato come un pool di santi e di eroi assolutamente solidali e compatti, la commissione non può ignorarla e tanto meno sposare tesi precostituite.
Ciò che era preoccupante in quell'articolo è che queste scelte diciamo così istituzionali del presidente della Commissione Antimafia venivano presentate e anticipate nel quadro di una polemica politica rivolta a denunciare una manovra anticomunista che avrebbe come scopo di far saltare l'impostazione data ad alcuni processi. Chiaromonte metteva insieme Palermo e Bologna, caso Montorzi e caso Mattarella. Chiaromonte lamentava il metodo di coloro che sparano nel mucchio. Noi non siamo fra questi. Non spariamo nel mucchio e ci guardiamo bene dal chiedere azzeramenti indiscriminati. Ma trovo allarmante che proprio il presidente dell'Antimafia metta insieme in un'unico calderone processi così diversi. Chiaromonte vuole rubare il mestiere al presidente della commissione stragi?"