"UN PREMIO AD UNA STRAORDINARIA LOTTA NONVIOLENTA, CHE VA BEN OLTRE I CONFINI DEL TETTO DEL MONDO". DICHIARAZIONE DI GIOVANNI NEGRI.Roma, 5 ottobre -N.R.- "E' una notizia commovente, che premia una straordinaria e tenace lotta nonviolenta condotta per anni in quasi assoluto isolamento e persino fra lo scherno di molti cosiddetti democratici".
Questo il commento di Giovanni Negri, della segreteria del PR e promotore della campagna "Vivo il Tibet", all'annuncio dell'attribuzione al Dalai Lama del Premio Nobel per la Pace 1989.
"Il mondo ancora non sa - afferma Negri - quante piazze Tien An Men sono state consumate sul Tetto del Mondo in questi ultimi 40 anni. Esiliato dalla sua terra, il Dalai Lama ha avuto la forza di fare della nonviolenza la sola arma dei tibetani contro la strage di persone, natura, cultura millenaria perpetrata da Pechino e circondata da un silenzio del mondo libero troppo spesso complice.
Emarginato dal Parlamento Europeo, accolto gelidamente dai governi legati da poderosi accordi economici al regime di Deng, proprio un anno fa il Dalai Lama rilanciava la proposta di riconoscimento al Tibet di un particolare statuto di diritto trasnazionale, volto a trasformare questa immensa regione non in Stato indipendente benś in grande parco dell'umanità, smilitarizzato e a disposizione del pianeta. Il Premio Nobel al Dalai Lama, oltre a consentire anche in Italia il rafforzamento della nostra campagna, è un premio non a una vecchia lotta di liberazione nazionale ma ad una campagna che ha saputo legare il diritto alla vita, alla rivendicazione di un nuovo diritto positivo sul piano trasnazionale. L'impegno nonviolento del Dalai Lama e dei tibetani è in questo senso qualcosa che trascende e va ben oltre i confini e i fili spinati che oggi ancora imprigionano il tetto del Mondo e coloro che lo abitano".