dal corrispondente a BruxellesIl Corriere della Sera - 13 gennaio 1995
Per una volta l'Italia ha fatto una bella figura in Europa. I due commissari europei designati dal governo di Roma hanno infatti superato brillantemente la prova del fuoco delle audizioni di fronte alle commissioni parlamentari dell'assemblea di Strasburgo. "Il professor Mario Monti possiede le qualità professionali richieste sia come membro del Collegio sia come commissario incaricato del mercato interno, dei servizi finanziari, delle dogane e della fiscalità diretta e indiretta", è stato il responso della Commissione economica. "Siamo colpiti dall'impegno della signora Emma Bonino, commissario designato, ad intraprendere le azioni opportune. In conclusione, tutti i gruppi politici e la delegazione della Commissione affari esteri sostengono caldamente la sua nomina a commissario".
Un risultato per nulla scontato, quello ottenuto da Monti e Bonino, tanto più che il Parlamento è stato molto severo nei suoi giudizi: cinque dei venti commissari designati si sono trovati una sonora bocciatura nella pagella distribuita dalle commission parlamentari. Altri, come l'ex primo ministro francese edith Cresson, o i commissari uscenti Hans Van den Broeck, olandese, e Manuel Marin, spagnolo, sono passati con un sei meno meno.
Le bocciature hanno colpito soprattutto i commissari provenienti dal Nord Europa. La svedese Anita Gradin, incaricata della Giustizia, dell'immigrazione e della lotta antifrode, e la danese Ritt Bjerregaard, responsabile dell'ambiente, sono state giudicate impreparate sui dossier di rispettiva competenza. Il finlandese Erkki Liikanen, cui dovrebbero andare i portafogli del bilancio e del personale, è stato accustao di non aver risposto a troppe domande trincerandosi dietro la scusa della collegialità della Commissione. Il francese Yves-Thibault de Silguy, chiamato ad occupare la poltrona degli affari economico-monetari originariamente richiesta per il professor Monti, è stato giudicato troppo poco europeista ed evasivo nel rispodere a numerose domande. Quanto all'irlandese Padraig Flynn, titolare degli affari sociali, è stato definito "la persona meno adatta" ad occuparsi anche del problema della pari opportunità tra uomini e donne.
In complesso, ha concluso ieri il presidente del Parlamento Klaus Hansch, l'assemblea di Strasburgo "non ha potuto dichiararsi soddisfatta delle audizioni dei commissari". Il che apre qualche interrogativo sul voto di investitura della nuova Commissione che il Parlamento europeo dovrebbe dare mercoledì prossimo in seduta plenaria. L'assemblea infatti, non può legalmente respingere singoli commissari, ma deve pronunciarsi globalmente su tutto il collegio. E ieri i capi dei gruppi parlamentari hanno fatto intendere che, senza qualche rimaneggiamento interno che venga incontro alle osservazioni espresse, il Parlamento potrebbe anche negare la fiducia alla Commissione prsieduta da Jacques Santer. Una simile ipotesi è però guardata con scetticismo dai governi nazionali, che ricordano come anche in passato il Parlamento si sia lasciato andare a minacce perpoi inchinarsi all'ultimo momento di fornte alla ragion di Stato.
In attesa di conoscere l'esito di questo ennesimo braccio di ferro annunciato, gli italiani possono rallegrarsi di aver superato brillantemente la prova parlamentare. Emma Bonino, che ha un portafoglio molto eterogeneo comprendente la pesca, gli aiuti umanitari d'urgenza e la tutela dei consumatori, ha dovuto affrontare le domande dei rappresentanti di ben cinque commissioni: un record. Ma se l'è cavata egregiamente ottenendo addirittura tre distinte promozioni. In particolare la commissione per lo sviluppo e la cooperazione ha giudicato Emma Bonino "un candidato eccellente per ateggiamento, esperienza e stato di servizio".
A.Bo.