DICHIARAZIONE DI CALDERISI.Roma, 6 ottobre -N.R.- Il presidente del gruppo parlamentare Federalista Europeo, Peppino Calderisi, ha dichiarato:
"Dopo quasi un anno di interminabili discussioni e di blocco di ogni riforma regolamentare (dopo la vicenda del voto segreto), la Giunta del Regolamento ha elaborato le nuove procedure per le modifiche regolamentari.
Viene superato l'aberrante mostriciattolo del cosiddetto "lodo" '81. Ma il nuovo testo fa solo medestissimi passi avanti.
La nuova disciplina rimane ancora molto bizantina e di dubbia costituzionalità. Infatti la Giunta, anzichè organo referente (come è previsto al Senato) rimane titolare esclusivo del potere di proposta all'Assemblea. Le proposte dei deputati non giungono mai in quanto tali all'Assemblea e possono rimanere per sempre nei cassetti senza alcun obbligo per la Giunta di riferirne all'Assemblea.
Il diritto di emenda dei deputati, escluso dal lodo '81, viene reintrodotto ma in forme molto compresse e involute tali da poter annullare di fatto questo diritto: infatti la nuova procedura prevede che si voti prima il testo della Giunta; solo nel caso della sua mancata approvazione si passerebbe a votare gli emendamenti a partire da quello più vicino al testo della Giunta stessa. Se a tutto ciò si aggiunge che gli emendamenti potrebbero comunque non essere mai messi ai voti per la possibilità di sospendere la discussione dopo la mancata approvazione del testo della Giunta (con richiesta esplicita o facendo mancare il numero legale), si può ben comprendere che "i maggiori poteri all'Assemblea" sono tutti aleatori e che "i nuovi spazi per le opposizioni" continuano a riguardare solo i poteri di contrattazione dei gruppi piu' grossi.
Dopo le modifiche regolamentari degli anni passati, in particolare all'art.85, sono cadute tutte le motivazioni che avevano portato al lodo del 1981. Non esisteva pertanto alcun motivo per non adottare una disciplina lineare e saggia come quella del Senato.
Rispetto al testo approvato dalla Giunta dobbiamo pertanto manifestare il profondo dissenso del Gruppo Federalista europeo, che continua ad essere escluso dalla Giunta del Regolamento."