Roma, 7 ottobre -N.R.- Dopo nove anni si scopre che intorno alla strage di Ustica è stata costruita una delle più grandi menzogne di Stato di questo Paese. Sappiamo oggi che un certo numero di generali ( e forse anche di responsabili politici, ma il punto è da accertare) sono stati felloni.
Dopo otto anni apprendiamo che il caso Cirillo non c'è stato, che non è vero nulla che Brigate Rosse, camorra, servizi segreti e altissime sfere della Democrazia Cristiana hanno ignobilmente mercanteggiato intorno ad un affare la cui posta in gioco non era la liberazione di Ciro Cirillo ma la spartizione di migliaia di miliardi della ricostruzione di Napoli e il riassetto del potere camorristico - partitocratico nella regione campana.
Queste le stupefacenti conclusioni del Pubblico ministero Barbarano al processo Cirillo. Se i generali di Ustica sono felloni, Barbarano merita il premio 1989 per il più grande affossatore di verità. Del maestro di Barbarano, il defunto Cedrangolo, già procuratore capo di Napoli, si diceva che fosse il 'vero capo della camorra', vecchio stile. Dell'allievo Barbarano non si può dire altro che è un grande servitore non della giustizia ma dei protagonisti dell'affare Cirillo.
Conoscevamo la tracotante spudoratezza con cui è stata eretta una barriera di menzogne intorno a Cirillo. L'avevamo sperimentata in parlamento quando per anni la DC e i suoi accoliti avevano impedito ogni passo avanti nell'accertamento della verità. Il caso Cirillo è stato e rimane il grande peccato mortale della DC. Da quel lontano 1981 ha seguitato a produrre stragi di uomini oltre che di verità. Sono morti 'accidentati', 'suicidati', 'assassinati', molte decine di protagonisti e di testimoni.
Oggi un magistrato, il cui comportamento smentisce le acquisizioni istruttorie e le stesse indagini condotte dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi (che sono state poi anch'esse bloccate), e che quindi non si più definire altro che servile all'affossamento, tenta l'ultimo colpo per riporre definitivamente lo scheletro nell'armadio.
Non manifestiamo solo lo sdegno per chi si è battuto per anni per la ricerca della verità. Ricordiamo, innanzitutto alla Dc, che fino a quando il peccato mortale di Cirillo, foriero di morti senza fine, sarà tenuto nascosto, la stessa vita politica del nostro Paese ne sarà inquinata e condizionata. Per Ustica le varie fellonie sembravano reggere all'infinito e poi si sono rotte.
Per Cirillo, prima o poi, dovrà accadere lo stesso nonostante i vari Barbarani incontrati sulla strada della verità. Lo ricordino il segretario della DC Forlani, il presidente del Consiglio Andreotti ed il ministro dell'Interno Gava.