DICHIARAZIONE DI PANNELLA.Roma, 12 ottobre -N.R.- Così Marco Pannella aveva motivato le sue dimissioni.
Riproponiamo la dichiarazione diffusa da 'NR' nei giorni scorsi.
"La presentazione delle mie dimissioni da deputato per denunciare l'involuzione (neo) fascistica della politica italiana e la mortificazione sempre maggiore del parlamento, l'attività sovversiva e gli attentati continui alla Costituzione condotta manifestamente dal PSI, dalla maggioranza della DC o dalla maggioranza del suo vertice, con la complicità omissiva della magistratura associata e di chi dovrebbe essere garante del diritto fondamentale e dei diritti dei cittadini, intende essere un atto non di abbandono ma di dignità e di lotta.
Tutti i partiti, a cominciare da quelli laici per finire a quello comunista, sono impantanati, culturalmente e politicamente, nelle stesse posizioni che la stragrande maggioranza degli esponenti democratici, da una parte, e il Quirinale e il mondo giolittiano o tardo giolittiano, ebbero fino a dopo il delitto Matteotti, altri fino quasi agli anni trenta nei confronti del fascismo e di Mussolini.
E il fascismo, quale risultò poi storicamente, fu il portato della scarsa fede democratica e liberale della classe dirigente, di 'governo' e di 'opposizione' almeno quanto lo fu per i disegni estremisticamente transformisti e opportunisti di Benito Mussolini, erede crispino.
La situazione è tale che a Roma meno di cinque persone su cento sa che io sono candidato, e sa qualcosa sulla lista antiproibizionista, grazie al convergere in posizioni fascistiche non solamente della RAI-TV pubblica, ma anche di giornali quali 'il Messaggero', erede non di Perrone, ma del peggior Missiroli, di un Missiroli senza penna e senza cultura."