CONFERENZA STAMPA DEI SENATORI SPADACCIA, STRIK LIEVERS E POLLICE.Roma, 13 ottobre -N.R.- Si è tenuta questa mattina al Senato la conferenza stampa sul tema: "Una legge non contro la droga, ma contro il diritto: perchè va cambiata in aula" cui hanno partecipato Gianfranco Spadaccia, (presidente gruppo Federalista Europeo Ecologista), Lorenzo Strik Lievers, (gruppo Federalista Europeo Ecologista), Guido Pollice, (Verde arcobaleno).
Ne forniamo una sintesi.
La legge uscita dalle commissioni riunite non é una legge per arginare la tragedia della droga. Il significato é quello di una mera legge-manifesto, che proclama il divieto di drogarsi: all'unico scopo di permettere ai suoi promotori di presentarsi di fronte all'opinione pubblica italiana e americana come nemici implacabili della droga. Che poi la legge sia impotente e per più aspetti tale da peggiorare, rendere più difficili tutti i problemi sembra non importare nulla a coloro che la vogliono imporre.
I. Punire indiscriminatamente ogni forma di uso della droga serve solo a precipitare ancora più nella clandestinità sia i tossicodipendenti sia coloro che si stanno accostando alla droga, ma ancora tossicodipendenti non sono. Ciò renderà soltanto più difficile a chi si trova in difficoltà di cercare aiuto e solidarietà, e rafforzerà la presa della malavita organizzata sull'universo dei consumatori.
II. Fare sostanzialmente tutt'uno, come la legge fa, salvo differenze risibili nelle pene, fra droghe pesanti e droghe leggere, che notoriamente hanno una pericolosità per la salute minore che i superalcolici, significa invitare gli spacciatori a dedicarsi soprattutto al traffico più lucroso e altrettanto rischioso, quello delle droghe pesanti, mettendoli in condizione di controllare ancora meglio il mercato.
III. La legge promuove attivamente l'uso della droga. In parte già lo provoca la norma per la quale chi commette reati e sa che, se è anche tossicodipendente, potrà avere la sospensione della pena. Ma soprattutto questo è l'effetto inevitabile dell'art. 28 quando esso prevede che non solo il tossicodipendente, ma anche il semplice "tossicofilo", ovvero utente poco più che occasionale di droghe -droghe leggere comprese - sia fatto rivedibile e magari addirittura esentato dal servizio militare.
IV. E' falso che la legge non preveda la galera per i drogati.
Basta che un tossicodipendente violi le sanzioni amministrative (guidi senza patente o si allontani dal comune di residenza) perchè possa scattare il carcere. Per come è formulato, il reato di "abbandono di siringhe", punito con l'arresto, fa si che praticamente chiunque si buchi sia passibile di carcere.
(I drogati sono avvertiti: nell'abbandonare le siringhe è inutile prendere precauzioni, tanto è lo stesso).
V. L'accorgimento di non portare subito davanti al magistrato ma, per le prime due volte, davanti al prefetto i consumatori non servirà che per piccola parte ad evitare la paralisi della giustizia. I tossicodipendenti continueranno a ricadere nell'uso, ovviamente, ben oltre le prime due volte. A meno che il sottinteso sia che poi tanto la legge non sarà applicata, avremo l'effetto inevitabile di sommergere i tribunali di montagne di procedimenti.
Nel momento in cui prepara un'amnistia allo scopo, altrimenti irraggiungibile, si dice di rendere possibile l'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, si approva una legge che paralizzerà definitivamente la macchina giudiziaria.
VI. Gravissimo, anche in termini di principio, l'impianto penale della legge. E' punito non il comportamento socialmente dannoso, ma un comportamento in sè, il drogarsi anche se la cosa non coinvolge altri. Non è una legge secondo la concezione moderna e liberale del diritto: è un comandamento, da stato etico o totalitario, che pretende di dettare al singolo che cosa è bene o è male per lui.
VII. Invano tutte le più serie comunità di recupero hanno gettato l'allarme: ogni cura coatta, che non nasca dalla volontà del drogato di uscire dalla droga, è destinata a fallire. Pervicacemente, respingendo ogni proposta migliorativa, si è voluto prevedere cure obbligatorie, imposte con sentenza, in realtà forme diverse di pena. Così si renderà inefficace l'azione di chi è davvero impegnato nella lotta contro la droga, e si moltiplicheranno, col denaro pubblico, strutture assolutamente inadeguate all'opera di recupero perchè oltrettutto, il personale in grado di assolvere a questi compiti non si improvvisa. In realtà, avremo solo un proliferare di inutili e anzi dannose comunità-carcere.
VII. la sola certezza che la legge dà è quella della moltiplicazione abnorme di strutture burocratiche, da quelle centrali presso i ministeri dell'interno, della sanità e dell'istruzione, a quelle presso le regioni, provincie e comuni.
In considerazione di tutto ciò, noi chiamiamo ogni persona di buon senso a impegnarsi con noi perchè in aula almeno le storture peggiori vengano corrette. E intanto, prima che su ogni altro aspetto, noi crediamo doveroso e indispensabile richiamare l'attenzione sulle necessità di ristabilire un minimo di verità nell'informazione pubblica. La Rai in queste settimane ha radicalmente cancellato ogni voce e ogni ragione non coincidente con quelle della maggioranza o, meglio, di una sua parte, quella socialista.