Dichiarazione di Peppino Calderisi.
Roma, 19 ottobre 1989. NR. In relazione alla lettera di Goria ai senatori democristiani sulla legge sulla droga, Peppino Calderisi, Presidente del gruppo federalista europeo, ha dichiarato:
"La lettera di Goria contiene dei rilievi ineccepibili. Essa ristabilisce una verità che si è voluta negare e occultare attraverso inaccettabili forzature del dibattito democratico.
L'impostazione "punizionista" del disegno di legge del Governo era infatti del tutto estranea alle proposte originariamente presentate dalla DC, alle posizioni dei partiti laici e della stragrande maggioranza delle comunità sia laiche che cattoliche.
Questa posizione "punizionista" è in realtà nettamente minoritaria nel Paese ed è stata imposta alla maggioranza grazie all'uso sostanzialmente ricattatorio del potere di coalizione del PSI.
I radicali e gli altri sostenitori della posizione antiproibizionista, consapevoli del carattere attualmente di minoranza della loro proposta, non si sognerebbero mai di imporla al Paese finché non fosse maturata e divenuta maggioritaria nella coscienza collettiva.
La lettera di Goria pone così un altro problema di fondo: quello di un dibattito davvero democratico nei partiti e nel Paese su questioni di tanta importanza e delicatezza. Nei grandi partiti democratici si dovrebbe discutere a fondo di questi problemi.
Se Craxi ha ormai imposto al PSI una sorta di dittatura rumena, ci auguriamo che la DC voglia rimanere fedele alla sua trazione democratica."