COMUNICATO STAMPA
Bruxelles, 25 gennaio 1995
"La decisione di recarmi in ex-Yugoslavia, qualche giorno soltanto dopo la nomina formale a Commissaria responsabile degli aiuti umanitari, fa seguito ad un impegno preso dinanzi al Parlamento Europeo durante le audizioni.
Ma non si tratta di una missione simbolica - anche se i simboli contano quando si tratta dell'immagine dell'Europa.
La ex-Yugoslavia è attualmente (assieme alla regione del Rwanda-Burundi) il principale destinatario dei flussi finanziari canalizzati dell'Ufficio per gli Aiuti Umanitari della Commissione ("ECHO") sotto forma di aiuti umanitari: circa 270 Milioni di ECU (oltre 540 Miliardi di lire) per il 1994, su un totale di 764 Milioni di ECU.
A fronte di questo contributo sostanziale di solidarietà dell'Unione Europea per le popolazioni che soffrono a causa dei conflitti in corso, mi è sembrato indispensabile dare sin dall'inizio del mio mandato una testimonianza di impegno. La mia missione avrà dunque un triplice scopo:
- dare visibilità politica a questo sforzo in una regione così vicina all'"Europa che prospera", affinché i nostri cittadini/contribuenti sappiano che l'Europa serve anche a questo, e che sono partecipi di questa azione di solidarietà;
- sostenere di persona gli sforzi di tutti gli operatori umanitari sul terreno (comunitari e non), che lavorano con dedizione in condizioni improbe;
- verificare di persona l'efficacia all'azione svolta, e valutarne - se del caso - i limiti, per riflettere su possibili sinergie da promuovere (nel corso del mio mandato) con le attività di prevenzione dei conflitti o di riabilitazione post-crisi.
Queste tre preoccupazioni costituiranno il filo conduttore di tutte le mie future missioni (a cominciare del Rwanda/Burundi).