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Agora' Agora - 23 ottobre 1989
MURO DI BERLINO: CONFERENZA STAMPA SULLE INIZIATIVE CONTRO IL MURO DI BERLINO CON STANZANI, MODUGNO, CALDERISI E FILIPPINI.

Roma, 23 ottobre -N.R.- Questa settimana vede l'avvio di una serie di iniziative interparlamentari relative al muro di Berlino.

L'iniziativa è stata illustrata questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti Sergio Stanzani, primo segretario del PR, il deputato Domenico Modugno, Peppino Calderisi, capogruppo Federalista Europeo della Camera, Rosa Filippini, deputata Verde.

Stanzani ha affermato che "la mozione presentata (VEDI DI SEGUITO IL TESTO) rientra in pieno nella linea del Pr, prima forza transnazionale. Le firme che vedete sono le prime, altre arriveranno: aspettiamo l'adesione del Pci e la risposta del Psi. Ora il problema è quello di dar seguito alla mozione, costituendo un Comitato Internazionale. L' Unità Europea può essere raggiunta solo attraverso la federazione, l'unificazione della Germania è un problema reale, ma solo interne possono essere le vie di effettiva ricomposizione dei problemi nazionali." Rosa Filippini ha detto che questa "sarà una battaglia prioritaria degli 'Amici della Terra', presenti già con propri gruppi all'Est."

Forniamo di seguito il testo integrale dell'intervento di Modugno.

MOZIONE

La Camera considerando che:

- il muro di Berlino rappresenta oggi uno dei più odiosi simboli della divisione in blocchi dell'Europa nonché della violazione dei più elementari diritti umani;

- il processo straordinario di trasformazione in senso democratico dei Paesi dell'Europa centrale e orientale trova un suo ostacolo rilevante nella irrisolta questione di Berlino;

- l'Atto finale della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione di Helsinki (1975) e il Documento Conclusivo della riunione di Vienna della CSCE (1989), firmati anche dalla Repubblica democratica tedesca, sanciscono il diritto di ciascun cittadino di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio, e di fare ritorno nel proprio paese;

- la Repubblica democratica tedesca beneficia largamente di numerose facilitazioni economiche e di esenzioni doganali concesse dalla CEE - tanto da far parlare di un tredicesimo membro occulto - senza peraltro doversi adeguare ai principi democratici che sono a fondamento della Comunità europea e senza neppure dover sottostare ai vincoli derivanti dalle direttive e dai regolamenti comunitari in materia economica e commerciale;

- le grandi ondate migratorie che hanno portato decine di migliaia di cittadini ad abbandonare i territori della DDR dimostrano da una parte la profonda insoddisfazione nei confronti del regime e dall'altra l'impossibilità di fermare la domanda di libertà e di democrazia;

- le tensioni che esplodono nella DDR rischiano, se non troveranno uno sbocco democratico, di rappresentare un grave ostacolo allo sviluppo del processo democratico in atto nei paesi del Patto di Varsavia e di provocare gravi tensioni e minacce alla sicurezza per tutta l'Europa:

- per tutti questi motivi è necessaria e doverosa un'assunzione diretta di responsabilità da parte della Comunità europea, più che mai chiamata oggi a darsi la capacità di divenire soggetto politico;

IMPEGNA IL GOVERNO

ad assumere tutte le iniziative politiche e diplomatiche, innanzitutto attraverso la Comunità europea, volte a sollecitare da una parte i governi di Stati Uniti d'America, Francia, Gran Bretagna, Repubblica Federale Tedesca e dall'altra i governi dell'Unione Sovietica e della Repubblica Democratica Tedesca alla risoluzione delle questioni giuridiche ancora aperte a proposito della status di Berlino e per chiedere che sia subito assicurata la libertà di movimento fuori dei confini dello Stato da parte dei cittadini della DDR e che si compiano tutti gli altri passi necessari per giungere nel più breve tempo possibile all'abbattimento del muro di Berlino come concreto e tangibile segno della volontà di superamento della politica dei blocchi.

Stanzani - Modugno - Piccoli

Anselmi - Battistuzzi - Benedicter - Bruni - Calderisi - Caria -Caveri - Del Pennino - Dutto - Ermelli Cupelli - Faccio - Filippini - Labriola - Leoni - Pannella - Piro - Ronchi - Rutelli- Russo - Sanguineti - Scotti - Serrentino - Tiezzi - Villeit.

La mozione sarà inoltre sottoscritta da deputati del PCI.

INTERVENTO DI DOMENICO MODUGNO

Dalla fine della seconda guerra mondiale Berlino è stata ed è una città simbolo.

Prima simbolo del potere nazista e poi, con l'occupazione delle forze alleate, simbolo della sconfitta tedesca. Negli anni sessanta è stata simbolo della guerra fredda.

Negli anni settanta è stata simbolo della distensione tra i due blocchi.

Oggi Berlino deve diventare il nuovo simbolo della nuova Europa, della concretezza del dialogo tra Est ed Ovest, del nuovo corso politico che si registra nei paesi dell'Est.

Noi dobbiamo trova il coraggio di chiedere un atto di coerenza rispetto a fronte della nuova politica estera dell'Unione Sovietica ed a fronte dell'esigenza di libertà espressa da quei popoli.

Dobbiamo chiedere che alla nuova realtà risponda un diverso sistema giuridico e che alle questioni aperte si diano finalmente risposte concrete.

Oggi non è più possibile che in nel cuore dell'Europa esista una città occupata ancora dalle forze alleate dalle seconda guerra mondiale.

Non è più tollerabile che una città, che una capitale europea, sia divisa in due parti e questa divisione sia costituita da un muro sormontato dal filo spinato e sorvegliato a vista dalle sentinelle.

Noi ci rendiamo perfettamente conto che il problema non è solo il muro, anzi che certamente le questioni maggiori stanno altrove.

Basti pensare alle preoccupazioni che molti hanno appena sentono parlare di un'ipotesi di unificazione delle Germanie o di allargamento della Comunità Europea a Paesi dell'Est come l'Ungheria o la Polonia.

Personalmente ritengo che se noi non riusciamo a dimostrare che veramente la politica della paura è finita, poche speranze possiamo porre nel nostro futuro.

O la Comunità Economica Europea riesce veramente a diventare la casa di tutti e quindi riesce ad essere anche sede di

mediazione dei problemi che possono nascere da un suo allargamento, oppure la Comunità Europea sarà ben poca cosa.

In questa situazione noi abbiamo ritenuto che forse lanciare una battaglia simbolo, una battaglia che potesse essere immediatamente recepita da tutti, poteva essere utile per aiutare e favorire quella che ormai è un'esigenza storica.

L'Europa non finisce a Berlino e tanto meno finisce col muro di Berlino.

Parlare di unità europea non ha senso se non si chiarisce quali sono i rapporti che vogliamo avere con i Paesi, anche loro europei a tutti gli effetti, che dalla fine della guerra sono sotto l'influenza sovietica.

Non ha senso di parlare d'Europa Unita se quella che è stata una vergogna per noi tutti rimane ancora in piedi.

E' vero oggi vengono preannunciati migliaia di permessi per i cittadini della Repubblica Democratica Tedesca e probabilmente il muro sarà frequentemente attraversato. Ma la libertà non si ottiene con il permesso dei Governi, la libertà non può essere una concessione. Se libertà dev'esserci, dev'esserci a tutti gli effetti.

Se il diritto di ciascun cittadino di lasciare o tornare nel proprio Paese dev'essere affermato, dev'essere affermato a tutti gli effetti.

Questi sono i principi che anche la Repubblica Democratica Tedesca ha sottoscritto e quindi è anche nostro diritto chiederne l'applicazione.

In poche parole occorre dare un'accelerata alle iniziative diplomatiche per rivedere quei trattati che fanno sì che Berlino sia ancora una città occupata ed occorre creare una campagna d'opinione affinché quanto prima il muro sia abbattuto.

Colgo l'occasione di questa conferenza stampa per annunciare che nei prossimi giorni formalizzerò la costituzione di un comitato internazionale per l'abbatimento del muro di Berlino.

Spero sinceramente che i colleghi che hanno firmato e firmeranno la mozione mia e di Stanzani vorranno anche aderire al comitato. Ma quello che sinceramente mi propongo è un'altra cosa.

Sono stato sempre convinto del fatto che da sempre solo gli artisti possono dire di non aver avuto frontiere.

L'universalità dell'arte ha legato più della politica, ha emozionato più dello sport, ha regalato serenità, gioia e felicità più di ogni altra cosa.

Se c'è una categoria di persone che deve raccogliersi attorno a quest'iniziativa sono proprio gli artisti.

Io vorrei riuscire a raccogliere questa disponibilità e vorrei che a questa potesse unirsi la solidarietà della gente, di tutti coloro che sono convinti che oggi il muro di Berlino è un feticcio, un tabù, la cui rimozione può veramente rappresentare un grande svolta storica.

In conclusione, al di là di tutte le iniziative che abbiamo messo in cantiere che ora è prematuro comunicare, quello che vogliamo è costituire un movimento d'opinione internazionale affinche il muro non debba compiere i trent'anni.

Noi vogliamo dunque, e per questo lavoreremo, che il muro sia abbattuto entro il prossimo anno.

 
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