Budapest, 20 ottobre 1989 - NR - Il testo del saluto del Pr ai congressisti del Magyar Democratak Forum conclusosi ieri a Bydapest.
Cari amici,
La partecipazione del vostro portavoce, KISS Gy. Csaba al nostro congresso, le sue stesse parole, hanno dimostrato la realtà e la consistenza dei terreni di pensiero ma sopratutto di impegno politico che ci sono comuni. In particolare il rifiuto dell'identificazione dello stato e della nazione, e la difesa conseguente dei diritti delle minoranze.
Queste preocupazioni che ci sono comuni rischiano pero di non portare a nessuna comune occupazione, a nessun comune impegno concreto, se non viene affrontata la questione del quadro complessivo di una possibile risoluzione di questi problemi ma anche del problema generale del completamento del processo di democratizzazione in atto nel vostro paese, nel quale la vostra organizzazione ha assunto ed assume un ruolo di primo piano.
In quanto partito transnazionale crediamo che cosi come non c'è soluzione al problema basco nell'ambito spagnolo, a quello dell'Irlanda del Nord nell'ambito della Gran Bretagna, a quello del Kosovo nell'ambito della Yugoslavia, non c'è soluzione per le minoranze ungheresi e sassone nell'ambito romeno, od anche - se il regime di Bucharest non fosse quello che oggi è - nell'ambito rumeno-ungherese. Le nostre esperienze ci hanno portato a ritenere che solo nell'ambito di una unione federale degli stati liberi d'Europa, questi problemi possono trovare la loro giusta sede di risoluzione.
Su un altro piano le nostre esperienze ci hanno portato a ritenere che la strada di un'interdipendenza liberamente scelta nell'ambito federale europeo era condizione per ciascuno dei nostri stati di preservare i suoi singoli tratti, le sue singole richezze non solo culturali ed umane. In iguale misura crediamo che oggi nei paesi dell'Europa centrale ed orientale la strada dell'interdipendenza sia anche la condizione per un effettivo controlo e per una effettiva conduzione dei processi di transformazione in corso, e che sia quindi determinante per il successo del processo - politico ma anche economico e sociale - di democratizzazione del vostro paese.
L'altra via, la via indipendente, nazionale e neutrale, non puo non significare oggi per l'Ungheria la dipendenza, l'impossibilità, di fronte ai giganti mondiali dell'economia e della politica, di governare e di controllare effettivamente i cambiamenti nel vostro paese. E non possiamo qui non ricordare l'ipocrisia di chi in Europa occidentale vi incorraggia a perseguire quest'ultima strada quando loro stessi, a cominciare da dirigenti di paesi della dimensione della Francia, della Germania Occidentale, dall'Italia, l'hanno già in buona parte abandonata e la stanno per abandonare definitivamente.
E' proprio questo che ci appare oggi il punto centrale per il futuro dell'Ungheria ma non solo dell'Ungheria: la scelta tra la via indipendente e nazionale e quella interdipendente e federale europea. Ci auguriamo ma cercheremo anche, con umiltà e anche con determinazione, di lavorare afinchè su questo gli elettori ungheresi siano chiamati a pronunciarsi in occasione delle prossime elezioni. Sperando di poter coltivare insieme nei prossimi mesi queste nostre comuni speranze, vi auguriamo un buon e proficuo lavoro congressuale.
Partito radicale transnazionale
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