SARO' L'OCCHIO DELL'UNIONE EUROPEA IN BOSNIA E RWANDAIl Corriere della Sera, 26 gennaio 1995
BRUXELLES - Al decimo piano del palazzo Breydel, sede della Commissione europea, la nuova commissaria Emma Bonino non ha ancora disfatto le casse del trasloco e già prepara le valige per la prima missione all'estero: Zagabria, Sarajevo e Mostar. In quanto responsabile dell'Ufficio aiuti umanitari della Commissione (»Echo ) domani sarà nella capitale croata, dove incontrerà il ministro degli esteri Granic, sabato raggiungerà la città-martire della Bosnia e domenica, a bordo di un blindato delle forze Onu, dovrebbe arrivate nell'enclave musulmana affidata all'Unione europea.
Straordinario caso di »carriera-lampo quella di Emma Bonino in Commissione. Mentre altri commissari barcollano sotto le critiche del Parlamento europeo, lei continua ad allargare le proprie competenze. Incaricata all'inizio solo della tutela dei consumatori, ha protestato fino a che non le è stato attribuito anche l'Ufficio per gli aiuti umanitari. Poi, con il »no della Norvegia all'Unione, le è stato dato pure il portafoglio della pesca, che era riservato all'eventuale commissario norvegese. Ieri, infine, »dopo una battaglia durata due mesi la commissaria ha vinto un'altra promozione ottenendo di essere inserita nel »direttorio che si occuperà della politica estera. Insieme con il presidente Santer e con i commissari Brittan, Van den Broek, Pinheiro e Marin prenderà parte alle riunioni settimanali destinate a stabilire la strategia delle relazioni esterne della Commissione. Ma Emma Bonino non sembra voler dormire sugli allori. Eccola infatti, appena insediata, già sul piede di partenza.
Perché tanta fretta, signora?
»E' vero, ho voluto accelerare i tempi, ma questa missione era un impegno che avevo preso davanti al Parlamento europeo nel coro delle audizioni. Il viaggio, comunque, non è solo un gesto simbolico, anche se i simboli contano quando si tratta dell'immagine dell'Europa. L'ex Jugoslavia insieme al Rwanda è il principale destinatario degli aiuti umanitari dell'UE: solo l'anno scorso abbiamo speso per questa regione 540 miliardi di lire su un totale di mille cinquecento. Quindi adesso vado in Croazia e Bosnia ma poi andrò anche un Rwanda .
Sì, ma finora nessun responsabile degli aiuti umanitari si era mosso per andare a visitare i Paesi destinatari.
»Mi è sembrato indispensabile offrire sin dall'inizio del mio mandato una testimonianza di impegno. La visita ha tre obiettivi. Primo: dare visibilità politica al nostro sforzo umanitario, perché i cittadini e i contribuenti europei sappiano che l'Unione serve anche a questo e che sono partecipi di questa azione di solidarietà. Secondo: sostenere di persona gli sforzi di tutti gli operatori umanitari sul terreno, che lavorano spesso in condizioni improbe. Terzo: verificare l'efficacia di quello che stiamo facendo e valutarne eventuali limiti. Io sono fatta così: capisco di più da una visita sul posto, anche breve, che leggendo 2 mila pagine di rapporti e relazioni. L'Europa è di gran lunga il maggior donatore mondiale in fatto di aiuti umanitari, ma siamo anche preoccupati di verificare l'efficacia del nostro sforzo .
Vuol dire che intende già riformare il sistema degli aiuti umanitari?
»Voglio dire che il diritto di ingerenza umanitaria, che è il criterio fondatore di Echo, non deve risolversi in una mera distribuzione di aiuti. Per questo basterebbe uno sportello finanziario. Credo che il nostro obiettivo debba essere anche di occuparci di prevenzione delle crisi e di riabilitazione politica del dopo-crisi. Il Rwanda è un buon esempio. Noi contribuiamo a mantenere due milioni di profughi ai confini del Paese. Ma se non ci preoccupiamo anche di trovare una soluzione politica per il loro rientro finiremo per preparare involontariamente una seconda guerra civile. Questo della valenza politica degli aiuti umanitari è un problema che prima o poi andrà affrontato in Commissione .
Santer e gli altri sono avvisati: Super-Emma è di nuovo all'attacco.
Andrea Bonanni