Roma, 25 ottobre - N.R. - »Non sono tra coloro che credono di avere in tasca la verità sulla tragedia di Ustica. Sto affrontando nella commissione d'inchiesta parlamentare questa indagine con quello stesso spirito di ricerca effettiva di dati, fatti e documenti in grado di far luce con cui ho condotto altre inchieste come quelle su Sindona e P2.
Ad oggi, tuttavia, alcune prime considerazioni conclusive le posso trarre senza tema per questo di essere accusato di agire animato dal pregiudizio. Non si sa che cosa ha fatto cadere l'aereo, non si sa se c'erano altri aerei in zona (benché vi siano tracce serie di tale presenza), non si sa se è stato lanciato un missile (benché le perizie sull'esplosivo sembrano abbastanza definitive) ma un'acquisizione diviene sempre più certa. Per nove anni, dal 1980 ad oggi, è stata raccontata una serie di menzogne ed è stato propalato un complesso di omissioni: e tutti questi elementi non possono essere considerati isolatamente l'uno dall'altro ma, al contrario, fanno sistema.
Al centro di questo sistema di menzogne, di depistaggi e di silenzi dolosi v'è l'Aeronautica Militare, insieme con il SISMI dell'epoca (e fors'anche con i servizi successivi). Questa è una certezza emersa dopo le pietose deposizioni dei generali Pisano (attuale capo di Stato Maggiore), Bartolucci (capo SMA 1980), Cottone (capo SMA '83-'86), Tascio (capo SIOS-Aer. 1980) e Mangani (responsabile dell'area Sud 1980). Ad oggi non si può affermare ancora con altrettanta certezza quali coinvolgimenti nella GRANDE MENZOGNA di USTICA abbiano avuto altri ambienti militari ed i responsabili politici, ma per l'Aeronautica ormai le ridicole contraddizioni ed i comportamenti generalizzati sono tali e tanti da consentire un giudizio.
Il ritrovamento documentale più importante che convalida l'ipotesi del ruolo centrale svolto dall'Aeronautica è una velina (appunto, poi lettera) dello Stato Maggiore del dicembre 1980 in cui punto dopo punto si scodella la verità secondo l'Arma azzurra a cui tutti i corpi sono stati tenuti ad attenersi per controbattere le notizie difformi altrimenti diffuse. Tale "verità- menzogna" è la prova della grande manipolazione perché per otto anni (fino alla riapertura del caso nella primavera 1988) il contenuto della velina viene costantemente riproposto a tutti i livelli come unica interpretazione di fatti e come valutazione sicura delle cause della strage.
Nei giorni scorsi ho segnalato tutto ciò a Martinazzoli chiedendo la sospensione cautelativa di Pisano. Non vorrei che il nuovo Ministro della Difesa si trovasse allineato con i suoi predecessori che, nella migliore delle ipotesi, sono stati ingannati dai militari preferendo (come Zanone) di fidarsi per non sapere o, nella peggiore, scegliendo nel sapere (come Lagorio) di coprire. Se Martinazzoli e il governo non saranno capaci di rispondere a quel che ormai un organo parlamentare e la magistratura conoscono, finiranno per essere travolti come tutti coloro che fin qui hanno occultato la verità su Ustica.