(L'Informazione, 27.1.95, pag.7, senza firma)Parte simbolicamente dai Balcani e dalle martoriate città bosniache di Sarajevo e Mostar il mandato di Emma Bonino alla guida del dicastero dell'aiuto umanitario dell'Ue: solo tre gironi dopo il giuramento da commissario l'ex-deputata radicale inizia oggi da Zagabria una visita di quattro giorni nei Balcani a testimonianza dell'impegno dell'Europa per le vittime civili del conflitto.
Domani Emma Bonino giungera' a Sarajevo a bordo di un aereo della Croce Rossa Internazionale. Nella capitale bosniaca vedrà il presidente ed il vice-presidente della Bosnia Erzegovina, il musulmano Alja Izebegovic ed il croato Ejup Ganic. Domenica, a bordo di un mezzo blindato dell'Unprofor, raggiungera' Mostar, la capitale dell'Erzegovina divisa fra croati e musulmani e »amministrata dall'Ue. In apertura del viaggio nei Balcani la commissaria europea avrà' oggi degli incontri a Zagabria con il rappresentante speciale dell'Onu Yasushi Akashi e con il ministro degli esteri croato Mate Granic.
Dall'inizio della guerra l'ex-Jugoslavia e' la principale beneficiaria degli interventi dell'Ufficio Umanitario dell'Ue »Echo , che le ha destinato circa 2000 miliardi di lire negli ultimi tre anni. »Lo scopo della visita e' di affermare il nostro appoggio a tutti gli operatori umanitari e controllare l'efficacia degli aiuti comunitari ha detto Emma Bonino.
Emma Bonino aveva annunciato che si sarebbe recata in tempi brevissimi a Sarajevo all'inizio del mese durante la sua »audizione di investitura davanti all'Europarlamento. »Andro' a Sarajevo, in Ruanda, in Cecenia, per affermare la presenza umanitaria dell'Europa nelle aree in crisi , aveva detto la commissaria europea.
Dopo la visita nei Balcani l'euroministro all'aiuto umanitario dovrebbe recarsi nelle prossime settimane - hanno confermato fonti della commissione - anche in Kigali ed a Grozny. La Bonino si e' pronunciata a più riprese per una ridefinizione della strategia umanitaria europea. »Il diritto di ingerenza umanitaria non deve risolversi in una mera distribuzione di aiuti, ma deve integrare anche la prevenzione della crisi , secondo la commissaria europea. Una linea lungo la quale si muove anche il Parlamento europeo che ha affidato all'ex-premier Michel Rocard un rapporto sulla creazione di un »Centro europeo per la prevenzione attiva della crisi . Per la Bonino »il Ruanda e' un buon esempio: noi contribuiamo a mantenere due milioni di profughi ai confini del paese, ma se non ci preoccupiamo di trovare una soluzione politica per il loro rientro finiremo per preparare involontariamente una nuova guerra civile .