Roma, 1· novembre -N.R.- I deputati del gruppo Federalista Europeo Mauro Mellini, Luigi D'Amato, Peppino Calderisi, Bruno Zevi assieme al deputato Verde-arcobaleno Emilio Vesce hanno presentato una interpellanza ai ministri dell'Interno, della Giustizia e al Presidente del Consiglio, sull'allarmante situazione della giustizia a Bologna.
"I firmatari chiedono di conoscere quali elementi di valutazione siano eventualmente in possesso delle amministrazioni dipendenti in ordine alle affermazioni dell'avv. Montorzi nonché in ordine al ruolo da questi svolto, che si asserisce essere stato quello di 'infiltrato', se non di agente provocatore, per conto della loggia P2 ed in particolare se tale ruolo, ove sussistente, fosse conosciuto o riconoscibile in base a funzioni, rapporti, legami precedentemente avuti, quale ufficiale dei carabinieri e quale professionista, dal Montorzi stesso con servizi, ufficiali comunque implicati in poco chiare situazioni, con ambienti e studi professionali eventualmente ricollegabile con ambienti e situazioni attinenti al fenomeno piduista. Chiedono di conoscere se risponde a verità che il Montorzi, poco prima di lasciare l'Arma dei Carabinieri, abbia redatto un rapporto riguardante ambienti massonici bolognesi diversi e antagonistici a quelli della P2 e che tra le ultime attivirà compiute nell'ambito della sua attiv
ità professionale nell'interesse di una determinata area politica, prima delle clamorose rivelazioni, abbia redatto un esposto o denunzia riguardante gli stessi ambienti, oggetto, tra l'altro di una rilevante campagna di stampa."
Nel documento gli interroganti chiedono inoltre "di conoscere se risponde a verità quanto riportato da un settimanale in ordine ad indagini fatte svolgere da una associazione bolognese, per il tramite dell'avv. Montorzi, sui giudici popolari di un processo ritenuto connesso a quello per la strage della stazione di Bologna. Chiedono di conoscere se l'uso di preconcette ed intempestive valutazioni di matrici e responsabilità per gravissimi episodi di terrorismo, metodi quanto meno discutibili di indagini, ed atteggiamenti poco corretti e scrupolosi sul piano dell'imparzialità e delle garanzie nei confronti di tutte le parti, costruzioni di teoremi accusatorii in base a schemi politici influenzati da reazioni emotive giustificate dalla efferatezza dei crimini, condizionamenti da parte di forze politiche e di organi di stampa nei confronti di singoli magistrati, oltre che il rifiuto preconcetto di ammettere errori, determinati o meno da tali vizi di impostazione e di conduzione dei procedimenti, abbiano contribu
ito in modo rilevante a determinare, nel complesso, il fallimento della gran parte delle indagini per le stragi compiute nel nostro Paese e, di conseguenza, giovato ai disegni eversivi dei mandanti delle stragi sia per il fatto in sè del mancato accertamento della verità, sia per l'effetto rappresentato dall'involuzione del sistema giudiziario in senso illiberale, autoritario, discrezionale, con il coinvolgimento di importanti forze politiche e culturali in metodi ed atteggiamenti repressivi ed autoritari."
I parlamentari chiedono poi di "conoscere se, di fatto, metodi e prassi processuali ed atteggiamenti attribuiti a magistrati nelle vicende bolognesi, abbia finito con imporsi largamente in vaste zone del Paese ed in presenza di altre situazioni di allarmante criminalità e se, a giudizio del governo non sia pensabile che talune sconcertanti ipotesi accuasatorie recentemente propalate, circa operazioni criminali congiuntamente messe in atto da mafia, camorra, terroristi neri ..., non siano frutto e riflesso della esigenza di riaffermare, piuttosto, comuni necessità e responsabilità per i metodi, prassi e sistemi probatorii e di impianto processuale per diverse forme e zone di criminalità, che cominciano a suscitare perplessità ed allarme nel Paese.
Chiedono di conoscere se il ministro di Grazia e Giustizia non intenda disporre, anche in presenza di specifici rilievi ed addebiti mossi a vari magistrati bolognesi, un'ispezione ed eventualmente promuovere altre iniziative nell'ambito delle sue competenze.
Chiedono di conoscere, infine, se, a giudizio del governo i fatti di cui sopra è cenno non impongano un'opera incisiva, urgente ed assidua diretta ristabilire piena credibilità alle istituzioni giudiziarie, a fugare motivi di sospetto di condizionamenti di parte nell'amministrazione della giustizia ed a ridare fiducia nelle garanzie dei diritti di tutti i cittadini."