Roma, 6 novembre -N.R.- Gli antiproibizionisti hanno certamente ragione a dichiarare che verranno aperti consultori per la distribuzione della pillola Ru 486 nel caso in cui qualcuno decidesse che é proibita, determinandone la vendita incontrollata al mercato nero.
Ci chiediamo però, se la riflessione sulla pillola Ru 486 debba essere ancora una volta il dibattito sul diritto alla scelta individuale in materia di aborto - scelta che non può essere messa in discussione perchè esiste una legge dello Stato che lo sancisce - e non invece un dibattito sulla cultura del farmaco e del corpo umano trattato come un laboratorio chimico.
In questo ventennio sono cresciuti a dismisura gli effetti iatrogeni dei farmaci sperimentati in laboratorio su migliaia di animali, a questo scopo inutilmente vivisezionati e maciullati.
Non c'è stato nessun farmaco - a parte pochissime eccezioni - la cui efficacia terapeutica abbia resistito alla prova del tempo.
In questi anni é cresciuto a dismisura il numero di cancri al seno, all'utero, oltre che di ischemie cerebrali, di malattie circolatorie e di infarti. Per la gran parte omicidi bianchi.
Indubbiamente a tutto questo contribuiscono le mutate condizioni ecologiche e l'uso indiscriminato della chimica nel settore dell'alimentazione (fertilizzanti, antiparassitari, conservanti, nonché trattamenti ormonali nell'allevamento degli animali da macello); ma soprattutto contribuisce la cultura dell'uso e dell'abuso del farmaco come risolutore di tutti i problemi del corpo.
Senza rischiare di essere fondamentalisti, e senza nessuna intenzione etica, ci sembra un pò banale fare passare un farmaco come la pillola Ru 486 per la panacea al problema dell'aborto e addirittura del rapporto fra medico e cittadino, laddove non ne conosciamo gli effetti collaterali e le controindicazioni.
Riteniamo che una visione ecologica della persona umana debba cercare soluzioni compatibili con la qualità della vita nella sua durata: accettare il dibattito sulla pillola Ru 486 in questi termini, é come accettare un dibattito sulle scelte energetiche che preveda solo il nucleare. E le energie alternative?