Mosca, 14 novembre - N.R. - Rendiamo pubblico l'intervento dei radicali sovietici, in sostegno al popolo rumeno, in occasione dell'anniversario dei moti di Brasov e sulla politica repressiva del regime di Ceausescu. "Si può definire la Romania, senza temere di esagerare, l'isola più triste della carta geografica del totalitarismo dell'Europa dell'Est. Mentre impressionanti cambiamenti democratici sono in atto in Ungheria e in Polonia e la classe dirigente cecoslovacca e quella della Germania dell'Est sono costrette a confrontarsi con i nascenti movimenti democratici, il regime di Ceausescu non solo rifiuta la possibilità di un cambiamento 'dall'alto', ma duramente reprime ogni minima manifestazione non di regime. Le repressioni politiche in Romania ci ricordano, a partire dalla nostra personale conoscenza del terrore del comunismo totalitario, non tanto i tempi di Breznev quanto quelli di Stalin. Ogni accenno di critica al regime di Ceausescu viene considerato reato politico. Mantenuto segreto è l'esatto num
ero degli internati politici, possiamo comunque affermare con sicurezza che sono diverse migliaia. Le persone scompaiono e ai congiunti dei dispersi il potere si rifiuta di dare qualsiasi notizia. Aumenta il terrore psichiatrico. Vengono calpestati i diritti delle minoranze etniche. Decine di migliaia di ungheresi che vivono in territorio rumeno sono stati privati della possibilità di studiare la loro lingua e la loro cultura. Sono stati inoltre, vittime di una violenta riforma economica. Negli ultimi anni, nonostante le proteste dell'Onu, è in corso il barbaro progetto di distruzione dei villaggi della Transilvania, dove abitano gli ungheresi. Questo consapevole genocidio é condotto dal regime di Ceasescu con il fine di distogliere il popolo con la discordia e la paura dai problemi politici, economici e sociali. Ma la repressione riguarda anche la cultura Rumena. Il vecchio dittatore intende distruggere l'intera area storica di Bucarest per fare diventare la Romania un 'modello di città comunista', nella qu
ale non rimanga neanche un edificio costruito prima della seconda guerra mondiale. Fin dalla nascita i cittadini rumeni vivono sotto il controllo poliziesco. La politica della 'pianificazione della famiglia' annunciata da Ceausescu prevede il totale divieto all'uso dei contraccettivi, con visite ginecologiche obbligatorie per tutte le donne e la pena di morte per l'aborto clandestino. Repressioni politiche, irragionavolezza dell'onnipotente dittatore, crisi economica, totale miseria del popolo: é questo il quadro della Romania di oggi. La distribuzione dei prodotti alimentari e di quei generi di prima necessità con la tessera, la mancanza di medicinali, gli ospedali sovraffollati, la disoccupazione, tutto ciò ha favorito l'innestarsi del sistema dei privilegi, delle facilitazioni, di cui usufruisce la classe dirigente comunista e i "pezzi grossi" del partito. Intanto la classe dirigente sovietica con ipocrisia dà ad intendere che la dittatura comunista in Romania, sia un modello di Stato democratico. Nè gli
esponenti ufficiali sovietici, né i mezzi di comunicazione di massa in Urss, hanno mai preso le difese del tormentato popolo rumeno. Nessuna parola é stata mai pronunciata in difesa di chi, nel paese che ha rapporti militari ed economici con l'Urss, subisce crudeli repressioni. Per l'attuazione della democrazia anche nel nostro paese, abbiamo deciso di manifestare davanti alla ambasciata rumena a Mosca contro gli atti di repressione del regime."