Dichiarazione di Massimo Teodori, deputato radicale
Da buoni profeti avevano previsto che le vicende delle elezioni romane sarebbero state usate come pretesto per rimettere in discussione la nuova legge sugli scrutatori a sorteggio, come fa oggi l'on. Baruffi. Il governo ha affermato alla Camera: a) che non c'è alcun rapporto tra le irregolarità di Roma e le nuove modalità di composizione dei seggi; b) che gli inconvenienti di Roma sono derivati dalla mancanza dei tempi previsti per sostituire i sorteggiati negli albi. Del resto, contrariamente a quel che afferma Baruffi, la scelta dei presidenti di seggi e la loro qualificazione non ha nulla a che fare con la legge del 1989.
E' stata proprio la rottura del legame tra scrutatori e partiti che può aver indotto a trasferire da parte dei "soliti noti" la manipolazione fuori dai seggi, in questo caso nella fase di elaborazione dei dati. Il principio del sorteggio deve essere mantenuto, rivedendo semmai tutte le retribuzioni e le norme cautelative riguardanti i tempi e le modalità di sostituzione. La gestione delle elezioni non deve tornare nelle mani dei professionisti dei partiti ma deve essere sempre più un dovere e servizio civico, e come tale tutelato a garanzia della democrazia.