Il Messaggero, 7 febbraio 1995
ROMA - Nel mirino della Ue, a difesa dell'utente, entreranno presto i »giganti che gestiscono i servizi primari (acqua, telefono, elettricità, sanità) spesso come monopolio. Verso di loro la formica-consumatore (specie se italiana) ha oggi ben poche "chances" di rivalsa. Anche se, avendone motivo, ricorre in tribunale: in Italia una causa civile dura anche dieci anni, non bastasse a inibire il cittadino la già enorme disparità di mezzi in campo.
Ecco perché, mentre proseguirà il lavoro già avviato per garantire a tutti un efficace accesso alla giustizia, in cima all'agenda della neo commissario Ue alla tutela dei consumatori Emma Bonino, c'è un'azione che lei definisce »esemplare ; varare una formula (replicabile) che riguardi un servizio primario e che, senza troppi lacci giudiziali o burocratici, consenta al cittadino-utente di ottenere un giusto indennizzo quando ne abbia diritto: »Penso a un sistema sul tipo del modulo di conciliazione usato tra automobilisti, e che funziona perché riconosciuto dalle assicurazioni. Un modulo che preveda ad esempio sconti calcolati su canoni o tariffe per chi subisca interruzioni di servizio, o servizi inadeguati . E aggiunge Bonino: »I servizi meritano il primo posto nel mio programma perché sui prodotti e la relativa tutela dell'acquirente molto c'è già: fior di direttive. A patto, è ovvio, che i cittadini possano davvero conoscerle, che gli Stati le recepiscano per tempo, e che i rari Paesi ancora privi, tra c
ui purtroppo l'Italia, si dotino di una legge-quadro sulla difesa del consumatore . Ecco allora gli altri nodi: informazione sui mezzi di tutela (oggi latitante) e invito al parlamento italiano perché »come il parlamento europeo, diventi un alleato nella battaglia che stiamo combattendo . E faccia insomma questa benedetta legge di cui, in era Ciampi, esisteva già - secondo Bonino - valida traccia nel progetto dell'onorevole Strada.
Bonino ha lanciato ieri le sue idee come tante sonde a una platea che era una specie di »stati generali delle associazioni italiane di difesa del consumatore. Talmente tante, a vederle riunite, che sarebbe poi piuttosto arduo capire - a chi non conosca i ritardi del sistema - come lo scudo cui lavorano sia ancora così debole. A loro, che hanno approvato i piani ma denunciato da varie angolazioni gli handicap odierni (inclusa la farragine del Consiglio consultivo europeo, in cui siede persino un esponente della misteriosa Confederazione delle famiglie) è stato illustrato un percorso che prevede, oltre al taglio agli ingorghi euroburocratrici, anche l'intervento Ue sui »media , tivù pubbliche in testa, per offrire al lavoro di tutela adeguati spazi informativi. Senza miracoli, però: i mezzi sono quel che sono. Davanti alla platea Bonino ha, onestamente, rovesciato le tasche del suo dicastero. Dentro, solo 20 milioni di Ecu: 40 miliardi per 15 paesi Ue. Tanto che, udita la cifra, un operatore ha proposto »tele
conferenze, senza più onerose convocazioni a Bruxelles per ogni discussione . A modo suo anche questo un passo pro-consumatore; al quale però in Italia, dice Antonio Lubrano (uno che certo se ne intende) serve come il pane »un sistema di controlli vero e che funzioni. O ogni novità, pur ottima, rischia di restare sulla carta .
[An. Pa.]