Roma, 17 novembre -N.R.- Intervistato da 'Radio Radicale', Giuseppe Di Lello, magistrato di Palermo, uno dei promotori della manifestazione che si terrà sabato, 18 novembre, a Roma contro la proposta di legge del governo sulla droga, ha detto:
"La mia lunga esperienza in materia di repressione dello spaccio, sia grande che piccolo, mi ha ulteriormente convinto della sua inutilità. Sono convinto che il motore che tiene in piedi questo meccanismo è il profitto che a sua volta si alimenta del proibizionismo. Il proibizionismo è alla base, quindi, degli ingenti profitti della droga e della necessità di spingere sempre più il mercato. Credo inoltre che il nostro già disastrato sistema giudiziario si troverebbe sommerso da una marea di nuovi processi e avremmo così il collasso pressoché totale a beneficio, ovviamente, dei grandi criminali che vedranno l'azione giudiziaria diluita in mille rivoli contro i piccoli spacciatori mentre sarà in serio pericolo per quanto riguarda il grande spaccio. Siamo ad un imbarbarimento, cominciamo a punire l'autore del reato e non il reato in sé, siamo quindi alla terapia del reato d'autore. E' la prima volta nella storia della civiltà giuridica che si punisce un comportamento in sè, non lesivo di interessi altrui
ma considerato moralmente riprovevole dalla morale di chi propone questa legge.