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Agora' Agora - 20 novembre 1989
LEONARDO SCIASCIA: PANNELLA SU SCIASCIA.

Roma, 20 novembre - N.R. - In occasione della morte di Leonardo Sciascia Marco Pannella ha scritto per " Notizie Radicali" (preghiera di citare la fonte) il seguente articolo.

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Con Leonardo Sciascia ci lascia un uomo d'altri tempi, speriamo futuri. Leonardo Sciascia ha concepito e dato alla luce, nel buio delle democrazie reali e nella desolazione del nostro secolo, la certezza, necessaria alla vita, la drammatica certezza, della parola, della libertà, della legge, della saggezza, dell'amore possibili.

Sciascia ha coltivato con amore e dolore in noi, ed in se stesso, i Candides necessari alla vita dell'etnos e dell'ethos del nostro tempo. Innocenti, drammaticamente liberi e responsabili, umili e forti, non più solamente ingenui e liberati, improbabili e cinici, come il grande prototipo di Voltaire. E del suo Diderot, come dei suoi siciliani, ci ha dato la assetata e inesausta attesa di una società abitata dalla tolleranza, dalla saggezza e dalla nobiltà oltre che dal male di vivere.

Sciascia era, è stato, è, sarà un maestro. Ci ha portato alla ricerca, la sua, nella puntualità del passato ed in quella del presente, con amore, con rigore, con vigore, con impareggiabile cultura e maestria.

Sto ascoltando da Radio Radicale, questa istituzione sciasciana nel metodo se non nella consapevolezza, ma, qualche volta, anche nella riuscita, la sua voce. Il fascino della sua dizione esitante della sua parola sicura ne fa un oratore straordinario. Aveva torto lui, e ragione io, nel suo ritenere che l'amore mi facesse velo nel dirglielo.

E' stato, è il più intelligente degli europei della politica e nella politica. Egli ha immortalato l'aberrazione mafiosa, per primo e praticamente solo, nella nostra letteratura e nella nostra vita civile. Per questo è stato ed è il più forte punto di riferimento e il più illuminante dei possibili legislatori di fronte alla società ed alle istituzioni antimafiose, mafiose ed eredi della mafia, della sua cultura e della sua prepotente, quasi sacrale intolleranza.

Sciascia ha ammonito che la legge, che la sua certezza, che la certezza delle regole, che la uguaglianza di tutti di fronte alla legge, è quanto va opposto proprio all'"emergenza" del male, sia essa "politica" o "criminale". E, fino a ieri, ha sentito su di sè, sulla sua immagine e quasi sul suo corpo lo strazio della lapidazione della sua verità e della sua identità, operata a Palermo o a Roma, ovunque, attraverso quella della sua immagine.

Con Leonardo, ci lascia e mi lascia la sola persona presso la quale sono accorso, sicuro di poterlo, per prendere consiglio, e seguirlo, nei momenti più difficili della mia vita, e forse di quella del paese, o che tali mi apparivano, trovando sempre ascolto e risposta.

Nè il nostro Stato, nè le istituzioni "letterarie" del mondo, hanno onorato - come potevano - l'uomo, lo scrittore, il cittadino, dando misura di se stessi, non di lui.

Che egli abbia onorato con la sua presenza il Parlamento italiano, e - sia pur brevemente - quello europeo, grazie al Partito Radicale ed ai suoi elettori; che in tutte, davvero in tutte, le battaglie di libertà e di diritto che stiamo combattendo la sua parola, il suo consiglio, il suo consenso non ci siano mai mancati, oggi tutto questo ci lascia più soli, tremendamente soli, a Mosca o a Roma, a Praga o in Canada, dove che si sia: a Palermo, o a Catania.

Per questo, se non altro, possiamo intendere non solamente con il cuore la passione, il dolore immenso di Maria, di Anna Maria e Laura e sapere d'esser loro vicini.

Mentre non lo sarò, fisicamente, ai suoi funerali. Vi saranno infatti quelle televisioni, quei mass-media, quei potenti e quei nemici e falsi amici che hanno cercato di ferirlo, di abbatterlo, di deturparlo, di farlo misconoscere, non di rado riuscendoci; e che, con lui lontano, continueranno a Roma, a Palermo, altrove nella loro opera, per tanti versi mafiosa-antimafiosa.

Pubblicheremo i discorsi e le interviste di Leonardo e le ridaremo sovente, fin che le avremo, da Radio Radicale e da Teleroma 56, perchè - se egli ci manca oggi così dolorosamente - non manchi la sua parola, a lungo, molto a lungo, in Sicilia ed in Italia.

SCIASCIA: "CON SCIASCIA ABBIAMO CONDIVISO IL GRANDE 'ERRORE' DI SCAMBIARE LA POLITICA CON L'ETICA. ONOREREMO IL SUO RICORDO PERSEVERANDO IN QUESTO 'ERRORE'." DICHIARAZIONE DI STANZANI, PRIMO SEGRETARIO DEL PR.

Roma, 20 novembre -N.R.- Il primo segretario del Partito Radicale, Sergio Stanzani, ha dichiarato:

"Leonardo Sciascia non apprezzerebbe, soprattutto da noi, lunghe e retoriche commemorazioni. Nel ricordarlo vogliamo rispettare innanzitutto la sua perenne ricerca di sintesi, la sua capacità di dire sempre 'pane al pane', anche quando ciò era drammaticamente costoso.

Purtroppo, come lo stesso Sciascia ha scritto nel 'Cavaliere e la morte', solo attraverso la morte si arriva alla verità, alla conoscenza. Solo attraverso la morte si giunge alla piena valutazione della persona scomparsa.

Sarà così anche per Leonardo Sciascia, certamente da tutti stimato come scrittore, ma non per quello che ha voluto e saputo affermare, con le sue opere e le sue scelte, nella cultura e quindi nella politica.

Sciascia è stato uno dei pochi intellettuali che non abbia prestato i sui servigi alle varie corti del potere. Fedele a questo suo imperativo, ha avuto sempre il coraggio di gridare che il re é nudo, perfino di candidarsi con il Partito Radicale quando venivamo linciati e additati come fascisti, come terroristi. Per amore della verità ha perfino rischiato di essere chiaccherato come mafioso, lui che la mafia ha avuto il coraggio, per primo, di andarla a cercare nelle stanze del potere.

Con Sciascia abbiamo condiviso un grande 'errore', quello di far confusione, di scambiare la politica con l'etica.

Onoreremo il suo ricordo perseverando in questo errore."

 
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