(NR - 20 novembre 1989)
1) A parte il Partito Radicale, oggi, il Partito Comunista sta vivendo un'esaltante prova di vita e di capacità, di necessità democratica: è l'unico partito a far e ad esser fatto dalla "democrazia". Curate che questo Partito Comunista cresca, sostanza di cose sperate. Nessuno, forse, come Occhetto sta contribuendo a dare alla storia il nome del PCI. In questo mi auguro che Ingrao con umiltà sappia comprendere che quel che sembra colpirlo è proprio quel che egli politicamente vuole. Questo è l'appello.
2) L'invito è ad una Costituente per l'unità laica e democratica delle forze storiche, ideali, sociali del nostro paese. Questo invito - ho da rivendicarlo - l'ho pubblicamente fatto quando annunciavamo la Costituente laica, per la Federazione laica. L'ho fatto al PCI, da laico, con liberali e repubblicani accanto. Perfino i giornali ne sono testimonianza. Per questo posso in apparenza rovesciare i ruoli che oggi viviamo o riteniamo di vivere.
3) Se, dal crescere della storia del PCI, deve nascere una forza politica nuova, organizzata, alternativa al passato e al regime (non" alla DC"; ahimè è troppo tardi, e costituirebbe una illusione di regime), che affronti i tremendi problemi della vita del pianeta e della soluzione positiva del degrado sociale del mondo, del dramma della società duale, e li risolva con il metodo della democrazia politica e della tolleranza e della libertà, questo partito può escludere tutta la grande tradizione e realtà storica della liberaldemocrazia e dei liberaldemocratici, per includere solamente gli eredi o i gestori della socialdemocrazia; la rivoluzione liberale è più improbabile della rivoluzione socialista?
Se deve esserci Costituente con chi la si fa? Con gli "uguali", o con i diversi che siamo. Con la storia continentale di questo secolo ("socialista" di varie scuole) o con quella della democrazia anglosassone, del New deal, del "partito democratico"?
Vi prego di dar risposta a questa domanda.