Roma, 21 novembre -N.R.- L'avvocato Giandomenico Caiazza e Francesca Scopelliti, rispettivamente segretario e tesoriere della Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora, hanno tenuto quest'oggi a Napoli una conferenza stampa in risposta a quanto il governo ha riferito ieri a Montecitorio circa l'esistenza o meno di un provvedimento penale a carico dei pentiti che calunniarono Enzo Tortora. Il sottosegretario alla Giustizia, Vincenzo Sorice, ha ieri testualmente dichiarato che:" La Procura di Napoli il 10 ottobre 1988 chiedeva al giudice istruttore di dichiarare l'impromovibilità dell'azione penale in ordine alla prospettata responsabilità a carico di coloro che erano stati indiziati per il reato di calunnia. L'ufficio avrebbe rilevato dagli atti che Tortora sarebbe stato assolto perchè 'gli elementi probatori raccolti a suo carico erano tra loro contrastanti, caratterizzati talvolta da equivocità ed inconsistenza e determinavano una carenza nella prova."
"Una nuova pagina vergognosa - ha detto Caiazza - è stata scritta nella vicenda Tortora. Secondo la procura della Repubblica e l'ufficio istruzione del Tribunale di Napoli non esiste dunque nemmeno un pallido indizio che consenta di iniziare un processo per calunnia a carico dei vari Pandico, Melluso, Barra e soci, e ciò in quanto non esisterebbe - in sostanza - negli atti del processo la prova certa dell'innocenza di Tortora. Di fronte ad una simile infamia reagiremo ancora una volta con le armi della ragione e del diritto. Presenteremo nei prossimi giorni al P.G. della procura di Napoli una memoria con la quale indicheremo tutti gli atti del processo Tortora in base ai quali, la Corte di Appello di Napoli e poi la Cassazione, hanno testualmente individuato e descritto l'operato calunnioso degli accusatori di Enzo Tortora. Invieremo copia di questa memoria al ministro Vassalli e al C.S.M. perchè assumano intanto e subito tutte le opportune iniziative anche disciplinari a carico del Sostituto Procuratore e d
el giudice istruttore di Napoli che hanno omesso - e con quella incredibile motivazione - di procedere nei confronti di quei calunniatori. Per queste stesse ragioni citermo sin d'ora lo Stato italiano davanti alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, affinché questo scandalo sia definitivamente consacrato nel giudizio di condanna di quell'alto consesso."
Francesca Scopelliti ha invece annunciato l'inizio di uno sciopero della fame dalla mezzanotte di oggi: "Intendo in questo modo nonviolento impedire che con la complicità della procura di Napoli e il silenzio del ministro della Giustizia si continui lo scempio della dignità e dell'immagine di Enzo al quale - anche dopo la sua morte - si vuole impunemente negare addirittura il diritto di vedere processati i suoi calunniatori. Nell'incontro con il Vassalli chiederemo adeguate iniziative per ristabilire un minimo di legalità e di decenza in questa nuova e ancora più vergognosa pagina della giustizia italiana."