Roma, 21 novembre -N.R.- Antonio Stango, della segreteria del Partito Radicale, ha dichiarato:
"Vi sono almeno tre parole-guida sulle quali occorrerebbe soffermarsi per un'analisi non convenzionale di quanto sta accadendo nell'Europa centro-orientale. La prima è 'nonviolenza': non altrimenti può essere chiamata la mobilitazione spontanea di milioni di persone, da Praga a Berlino Est ed a Sofia, che sta scuotendo i regimi più ancora della catastrofe economica. Trascurare questo fattore, certo tutt'altro che unico ma di enorme incidenza, renderebbe inadeguato qualsiasi tentativo di spiegazione delle grandi trasformazioni in corso. La seconda parola è 'menzogna': vero cardine, insieme all'impiego quotidiano della violenza, dei regimi totalitari, continua a campeggiare sulle pagine del "Rude Pravo" ("Diritto Rosso", letteralmente) come nella relazione di Nicolae Ceausescu al congresso del PC romeno, interrotta più volte da applausi preregistrati; ma resta anche sulle pagine della "Pravda" ("La Verità"), in particolare
laddove ancora, malgrado le pur numerose ammissioni degli ultimi anni, si parla del "socialismo realizzato" come di una conquista e si definisce la 'perestrojka' come la nuova tappa di un luminoso percorso iniziato da Lenin - tuttora sugli altari di Stato - nell'Ottobre del 1917. La terza parola è appunto 'perestrojka': certo abusata, ma non abbastanza studiata. Nel momento in cui Gorbaciov afferma che le eccessive richieste di democrazia potrebbero compromettere la perestrojka, egli in realtà evidenzia che perestrojka e democrazia sono l'una la negazione dell'altra: e questo dovrebbe preoccuparci non poco. Ormai, non è un'ambigua ristrutturazione, ma una effettiva democrazia politica che i cittadini in tutta l'Europa centro-orientale stanno chiedendo; ed è con loro, che vivano a Praga od a Mosca, che l'opinione pubblica internazionale deve schierarsi. Per questo, pur con il giusto apprezzamento per quanto di positivo ha finora realizzato il "nuovo corso" sovietico, ritengo che la visita in Italia di Gorbac
iov andrà salutata anche con la richiesta di cambiamenti più vasti e profondi in Unione Sovietica. L'Europa, il mondo hanno bisogno di una Unione Sovietica democratica; e solo insieme, in una prospettiva federalista, potranno essere superati i limiti, sempre più gravi, della stessa "democrazia reale".