Roma, 23 novembre -N.R.- Nel corso della manifestazione di questa mattina davanti alla ambasciata cecoslovacca di Roma (in contemporanea a quelle di Mosca, Budapest, Lisbona, Madrid, Varsavia) il parlamentare Giovanni Negri e Gabriele Paci, direttore dell'agenzia 'Notizie Radicali', hanno consegnato una lettera all'ambasciatore.
Chiedono la revoca del provvedimento di 'espulsione a vita' comminato ai radicali che il 18 agosto dell'anno scorso, in occasione del ventesimo anniversario dell' occupazione della Cecoslovacchia, manifestarano in Piazza San Venceslao. Oltre a Negri e Paci hanno subito lo stesso provvedimento una decina di italiani ( Vincenzo Donvito, Paola Caravaggi, Lucio Bertè, Antonio Lalli, Massimo Lensi, Giuseppe Lorenzi, Andrea Tamburi, Monica Cozzi, Massimo Fraticelli, Maddalena Traversi...) e con loro statunitensi (Antonia Brown), spagnoli ( Jose Arias, Begonia Rodriguez), belgi (Jean Luc Robert, Georges Van Gassen)...
QUESTO IL TESTO DELLA LETTERA
Eccellenza,
in occasione del ventesimo anniversario dell' occupazione della Cecoslovacchia da parte delle truppe sovietice abbiamo dato vita nell' agosto dell'anno scorso alla distribuzione di materiale d' informazione in tutta in tutta la Cecoslovacchia, culminata nella manifestazione del 18 agosto in piazza San Venceslao.
In conseguenza di quella manifestazione sono stati espulsi a vita dal Suo Paese i cittadini italiani Giovanni Negri, Vincenzo Donvito, Paola Caravaggi, Lucio Bertè, Gabriele Paci, Antonio Lalli, Massimo Lensi, Giuseppe Lorenzi, Andrea Tamburi, Monica Cozzi, Massimo Fraticelli, Maddalena Traversi; la statunitense Antonia Brown; gli spagnoli Josè Arias e Begonia Rodriguez; i belgi Jean Luc Robert e Georges Van Gassen.
Abbiamo fatto quello che pochi giorni dopo, sulla stessa piazza fecero migliaia di persone, disperse allora dalle forze dell' ordine; quello che oggi decine di migliaia di persone stanno facendo in nome dei più elementari diritti umani e civili.
Nella speranza che a Praga si affermi una piena e completa libertà di esprimere le proprie opinioni Le chiediamo di adoperarsi perchè il Governo del Suo Paese revochi questo provvedimento ingiusto e di dubbia legittimità, discutibile anche sul piano del diritto interno cecoslovacco.
Il numero due dell'ambasciata cecoslovacca, Frantisek Masopust, ha ricevuto la lettera e nel corso di un lungo e cordiale colloquio ha assicurato un pronto interessamento del governo