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Agora' Agora - 25 novembre 1989
VISITA GORBACIOV: L'ASSOCIAZIONE RADICALE PACE E LIBERTA', CON SEDE A MOSCA, INVITA A MANIFESTARE A ROMA IN OCCASIONE DELLA VISITA DI GORBACIOV. DICHIARAZIONE DI ANTONIO STANGO.

Roma, 25 novembre - N. R. - A pochi giorni dalla visita in Italia del presidente sovietico Michail Gorbaciov, e mentre continuano a pervenire dall'Europa centro-orientale notizie di portata storica che segnano il processo di democratizzazione in corso in diversi Paesi, l'Associazione Radicale "Mir i Svoboda" (Pace e Libertà), con sede a Mosca, invita a manifestare a Roma per una effettiva democrazia anche in Unione Sovietica. Se è vero, infatti, che dal dirigente del Cremlino giungono sempre più numerosi segnali di incoraggiamento al rinnovamento dei Paesi finora retti da regimi comunisti, è altrettanto vero che in Unione Sovietica la situazione politica si evolve ad un ritmo molto più lento che in Ungheria, in Polonia, in Germania Est ed ora in Cecoslovacchia, ed anzi numerosi provvedimenti legislativi e l'insieme del quadro amministrativo sovietico sembrano rappresentare dei passi indietro. Le associazioni indipendenti e la stampa non ufficiale, ad esempio, sono per il momento tollerate, ma non hanno il di

ritto legale all'esistenza; così come tuttora molto limitata è la concreta possibilità di viaggiare all'estero.

Nel dare appuntamento per una manifestazione-fiaccolata a piazza di Spagna il 29 novembre (primo giorno della visita di Gorbaciov in Italia), alle ore 17, Antonio Stango (della segreteria dell'Associazione Radicale Pace e Libertà) ha dichiarato:

"In un momento di gioia e commozione per quanto sta accadendo a Praga, dove (come noi radicali avevamo auspicato con le manifestazioni dell'agosto 1988) si sta vivendo una nuova e grande primavera, dobbiamo porre attenzione a non indulgere a miti oggi molto popolari, quali ad esempio quelli della perestrojka e della glasnost, e mantenere lucidità di analisi e chiarezza di proposta politica. La necessità di una autentica democrazia, ad Est come ad Ovest, deve essere ribadita come urgente ed irrinunciabile; di fronte ad essa, non possiamo accettare né surrogati né ulteriori rinvii, che rischierebbero ad esempio di congelare in Unione Sovietica una situazione tuttora molto arretrata rispetto a quella dei Paesi - ormai ex comunisti - dell'Europa centrale. Non accontentarsi, insistere nella richiesta di ciò che potrebbe sembrare irraggiungibile, ma che la storia di questi giorni dimostra possibile, deve essere ancora la nostra idea-forza. E l'effettiva democratizzazione dell'Unione Sovietica (come di quelle aree

dell'Europa - la Romania e l'Albania - ancora apparentemente non toccate dal vento della riforma) è condizione indispensabile per l'ottenimento di una vera (e non "reale") democrazia in tutta Europa, anche in quella occidentale. Per questo lo striscione che porterò il 29 novembre a piazza di Spagna recherà la scritta "Costruiamo insieme l'Europa del diritto", mentre un altro degli slogan sarà "L'Europa ha bisogno di un'URSS democratica".

 
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