Roma, 29 novembre - N.R. - "La manovra proposta dal Governo manca assolutamente di respiro, innanzitutto sul piano qualitativo per l'assenza di un disegno riformatore in materia di razionale riallocazione delle risorse, di riforma fiscale, di politica energetica, di tutela ambientale, e per la mancata prospettazione delle cosidette "riforme forti", ripetutamente annunciate e sempre rinviate.
Una manovra assolutamente inadeguata anche sul piano quantitativo, con un fabbisogno troppo elevato e, come l'esperienza di tutti questi anni insegna, del tutto inattendibile. Basta guardare il raffronto tra preventivi e consuntivi degli ultimi anni che hanno registrato scostamenti di 15 mila miliardi nonostante gli interventi correttivi in corso d'anno e nonostante un aumento delle entrate molto più consistenti rispetto alle previsioni.
Il raffronto dei piani di rientro presentati dai vari ministri del Tesoro negli ultimi anni é quanto mai eloquente: l'obiettivo di ridurre di 3- 4 punti il rapporto fabbisogno/PIL è stato via via rinviato sempre più a ridosso della scadenza del '92.
La volontà espressa dal Ministro Carli a luglio di rafforzare e accelerare la politica di rientro dalla grave situazione di indebitamento si è del tutto stemperata sfociando in una manovra di efficacia non superiore a quella degli anni passati.
Una manovra che si basa, oltretutto, sull'argilla. Infatti la previsione del tasso di inflazione per il '90 é del 4,5%, un valore del tutto irrealistico, considerando che si parte a gennaio del '90 da un tasso di inflazione superiore al 6% e che si dovrebbe pertanto ottenere a dicembre '90 un tasso del 3 % !!
La manovra del Governo non lascia alcuna speranza di poter ridurre i tassi di interesse, come sarebbe invece necessario e anche possibile con una politica di bilancio più rigorosa. In tale ambito, e solo in tale ambito, la discesa dei tassi potrebbe essere agevolata anche da una parziale monetizzazione del debito, controllando il processo di moltiplicazione dei depositi con adeguati provvedimenti amministrativi.
I radicali proporranno emendamenti volti a ridurre il fabbisogno di 15 mila miliardi sia attraverso proposte sul terreno del rigore fiscale (proposta Visco sulle imposte dirette e indirette), sia sul terreno dei tagli alle spese assistenziali (in particolare proposta Teodori sui contributi ad enti e associazioni sulla base del referto della Corte dei Conti).
Ma certamente, per un'opera di risanamento della finanza pubblica, occorrerebbe toccare gli interessi di conservazione dell'attuale sistema di potere partitocratico. Occorrerebbero forze politiche e governi riformatori: esattamente il contrario di questo Governo, esattamente il contrario di un riformismo senza riforme".