Roma, 1· dicembre - N.R. - In merito alle diverse prese di posizione (dall'Associazione Italia-URSS al Consiglio Regionale della Lombardia) a sostegno dell'attribuzione del Premio Nobel per la pace a Michail Gorbaciov, Antonio Stango, della segreteria del Partito Radicale, ha dichiarato:
"Ancora una volta, stiamo assistendo ad una penosa rincorsa a salire sul carro di colui che appare come un vincitore, e che in questo caso è tale in realtà molto di più sui mass-media occidentali che nella valutazione dei cittadini e dei popoli del proprio Stato. Non c'è bisogno di una grande immaginazione per rendersi conto del fatto che decine di milioni di abitanti dell'Unione Sovietica (da quelli dei Paesi baltici annessi manu militari in seguito ai patti Molotov-Ribentrop ai georgiani che solo pochi mesi fa hanno conosciuto la repressione con i gas di una pacifica manifestazione a Tbilisi, dai dimostranti bastonati a Mosca dalla milizia in piazza Pushkin ai giornalisti che ancora oggi vengono condannati a tre anni di lager per aver criticato il KGB) avrebbero tutto il diritto di sentirsi offesi da simili proposte. Il molto di positivo e di lodevole che è stato realizzato nel campo della distensione e di alcuni diritti umani e civili nell'Unione Sovietica di Gorbaciov, partita cinque anni fa da condizion
i infime da questo punto di vista, è ancora moto meno di quanto era richiesto dalla lettera degli Accordi di Helsinki sottoscritti anche dall'Unione Sovietica fin dal 1975. Premiare chi semplicemente sta guidando l'adeguamento dell'Unione Sovietica alle convenzioni internazionali - con molti freni rispetto ai bisogni ed alle richieste crescenti da parte della popolazione - con il Nobel per la Pace sarebbe uno sproposito di portata, questa sì, "storica".
Molto più saggia sarebbe invece la richiesta, che invito gli intellettuali, le forze politiche ed i cittadini europei in genere a sottoscrivere, dell'attribuzione del Nobel a Vaclav Havel, che davvero rappresenta la forza della ragione, la volontà di resistere e la capacità di risorgere del popolo cecoslovacco e di tutti coloro che nel mondo hanno cari i principi di libertà. Nei mesi scorsi questa richiesta fu avanzata, ad esempio, dal Partito Socialista Italiano. Perché non proviamo a riprenderla insieme?".