Roma 4 dicembre - N. R. - Il primo segretario del PR, Sergio Stanzani, ha dichiarato:
"Il rendere disponibile per altri la propria iniziativa, la propria storia non è certo una novità per il Partito Radicale. Bene ha fatto pertanto Giovanni Negri a prospettare nell'intervista pubblicata oggi da 'Stampa Sera' la disponibilità del partito a considerare positivamente una eventuale richiesta da parte dei compagni comunisti della "rosa nel pugno", il simbolo del socialismo in Europa che è tuttora in Italia custodito dal nostro partito.
Già una volta il Partito Radicale ha ceduto un proprio simbolo, quello del "sole che ride" agli "amici verdi", per favorirne nell'interesse dello sviluppo democratico del paese la nascita e la crescita.
Ma il compito che spetta ad Achille Occhetto e ai compagni comunisti è ben altro che quello del nome, e con buona pace di Bettino Craxi, del simbolo.
Quello di cui il paese ha bisogno è di un processo di rifondazione del sistema politico e della democrazia nel nostro paese. Nefasto sarebbe l'abbandono del "socialismo reale" per inserirsi e consolidare la "democrazia reale". Il Partito Radicale con la decisione di non presentarsi più in quanto tale alle elezioni ha indicato e intrapreso per primo, e in epoca e con motivazioni certo non sospette, questo cammino che è transnazionale e transpartitico.
La dichiarazione sottoscritta il 12 maggio di questo anno dal partito comunista e da me è lì che attende tuttora un seguito da parte dei compagni comunisti: la loro iscrizione al Partito Radicale transnazionale e transpartitico, non più concorrenziale con il loro partito nè con gli altri. Per quanto ci riguarda il nostro apporto alla politica del nuovo corso di Occhetto e del PCI è verificabile nei fatti, prima col congresso tenuto a Budapest, poi in occasione delle elezioni europee e di quelle romane."