Roma, 6 dicembre -N.R.- Si è tenuta questa mattina una conferenza stampa di Peppino Calderisi per illustrare la relazione di minoranza radicale sul bilancio e la legge finanziaria.
Questa una sintesi dell'intervento di Calderisi.
"La manovra proposta dal Governo manca assolutamente di respiro, innanzitutto sul piano qualitativo per l'assenza di un disegno riformatore in materia di razionale riallocazione delle risorse, di riforma fiscale, di politica energetica, di tutela ambientale, e per la mancata prospettazione delle cosidette "riforme forti", ripetutamente annunciate e sempre rinviate.
Una manovra assolutamente inadeguata anche sul piano quantitativo, con un fabbisogno troppo elevato e, come l'esperienza di tutti questi anni insegna, del tutto inattendibile. Basta raffrontare i preventivi e i consuntivi degli ultimi anni che hanno registrato scostamenti dell'ordine dei 15 mila miliardi nonostante gli interventi correttivi in corso d'anno (circa dello stesso ammontare) e nonostante un aumento delle entrate più consistente rispetto al maggior tasso di sviluppo del PIL.
Il raffronto dei piani di rientro presentati dai vari ministri del Tesoro negli ultimi anni é quanto mai eloquente e impietoso: l'obiettivo di ridurre di 3- 4 punti il rapporto fabbisogno/PIL è stato via via ridimensionato, rinviato nel tempo e concentrato sempre più a ridosso della scadenza del '92 (vedi tabella allegata).
La volontà espressa dal Ministro Carli a luglio di rafforzare e accelerare la politica di rientro dalla grave situazione di indebitamento si è del tutto stemperata sfociando in una manovra di efficacia non superiore a quella degli anni passati.
Una manovra che si basa, oltretutto, sull'argilla. Infatti la previsione del tasso di inflazione per il '90 é del 4,5%, un valore del tutto irrealistico, considerando che si parte a gennaio del '90 da un tasso di inflazione superiore al 6% e che si dovrebbe pertanto ottenere a dicembre '90 un tasso inferiore al 3 % !! Il bilancio e la legge finanziaria costruiti su queste basi rappresentano una sorta di falso in atto pubblico.
La manovra del Governo non lascia alcuna speranza di poter ridurre i tassi di interesse, come sarebbe invece necessario e anche possibile con una politica di bilancio più rigorosa. Nell'ambito di una manovra molto più stringente, e solo in tale ambito, la discesa dei tassi potrebbe essere agevolata anche da una parziale monetizzazione del debito, accompagnata da idonei provvedimenti amministrativi, di carattere temporaneo, al fine di avviare un circuito virtuoso per la riduzione dei tassi di interesse (ma sia chiaro che da noi non viene proposta alcuna scociatoia o soluzione miracolistica, la questione principasle èé quella della riduuzione del disavanzo).
I radicali proporranno emendamenti volti a ridurre il fabbisogno di 15 mila miliardi sia attraverso proposte sul terreno del rigore fiscale (proposta Visco sulle imposte dirette e indirette), sia sul terreno dei tagli alle spese assistenziali (in particolare proposta Teodori sui contributi ad enti e associazioni sulla base del referto della Corte dei Conti, taglio del 2% della spesa corrente iscritta in bilancio per l'acquisto di beni e servizi e vari altri emendamenti suggeriti dalle indicazioni della Corte dei Conti).
Ma certamente, per un'opera di risanamento della finanza pubblica, occorrerebbe toccare gli interessi di conservazione dell'attuale sistema di potere partitocratico. Occorrerebbero forze politiche e governi riformatori: esattamente il contrario di questo Governo, esattamente il contrario di un riformismo senza riforme".
Questa è una delle tabelle contenute nella relazione di minoranza di Calderisi. Essa mette a confronto gli ultimi documenti di programmazione economico-finanziaria mostrando il cambiamento degli obiettivi di riduzione del rapporto fabbisogno/PIL. Un raffronto impietoso dal quale emerge coma la riduzione di 3-4 punti necessaria per il rientro della finanza pubblica è stato via via ridimensionato, rinviato nel tempo e concentrato, irrealisticamente, sempre più a ridosso della scadenza del mercato unico europeo, negli ultimi due esercizi '91 e '92.
RIDUZIONI DEL RAPPORTO FABBISOGNO/PIL DEL SETTORE STATALE PROPOSTE NEI DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DEGLI ULTIMI ANNI.
1987 1988 1989 1990 1991 1992
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DPEF anni 87-90 12,2 10,2 8,7 7,1
(3 set. 1986)
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DPEF anni 88-92 10,86 10,18 8,91 7,46 6,08
(30 maggio 1988)
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DPEF anni 90-92 11,03 10,43 8,80 7,39
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Risultati
conseguiti 12,22 11,61 11,54
(ultime
previsioni)