Roma, 8 dicembre -N.R.- Marco Taradash, parlamentare antiproibizionista, ha dichiarato:
"Sui radicali il pentito ha detto il falso, non c'è dubbio. E' questo è provato 'logicamente' - direbbe un giudice - dalla risposta che ha dato il tesoriere del Pr citando le pubbliche, pubblicissime iscrizioni nel 1986 di Giuseppe Piromalli e Vincenzo Andraous. Il caso Marino Mannoia-PR, pone di nuovo - dopo il caso Pandico-Melluso-Tortora e dopo decine e centinaia di altri casi analoghi - il problema della degradazione giuridica e morale di una 'giustizia' abituata a fondare i suoi procedimenti e spesso le sue sentenze sulla parola sporca di sangue di criminali in libera uscita nei corridoi di caserme e tribunali.
Che ci siano relazioni - e strette commistioni - tra la politici e mafiosi è indubbio.
Che la magistratura italiana appaia incapace di individuarle è altrettanto indubbio.
Polveroni come quello sollevato sul PR dal pentito siciliano servono soltanto a coprire reali e gravi responsabilità di vari ordini dello Stato.
Questa è purtroppo una tragedia nazionale."