Roma, 11 dicembre -N.R.- Riportiamo il testo della lettera che Marco Taradash, europarlamentare antiproibizionista, ha inviato questa mattina al quotidiano "La Repubblica".
"Vorrei precisare la mia opinione sulla proposta comunista di legalizzare le droghe leggere, per evitare che la mia polemica -riportata da "la Repubblica"- col ministro ombra del Pci Grazia Zuffa al Congresso del Coordinamento Radicale Antiproibizionista, possa suscitare equivoci. Da sempre, come noto, il Cora chiede la legalizzazione, subito, di hashisc e marijuana, per rimuovere un divieto ingiustificabile e insensato. Ma il dramma individuale e sociale della droga č legato al mercato delle droghe pesanti: e si misura, in Italia, in centinaia di morti per overdose da eroina stradale, in decine di migliaia di tossicodipendenti sieropositivi, in almeno 6 milioni di atti di violenza, e di vittime, ogni anno, nello strapotere delle vecchie mafie e nell'insorgenza di nuove, nella corruzione politica dilagante, nell'inquinamento finanziario che deriva dai 40 mila miliardi e passa dei profitti narcocriminali, nell'introduzione di leggi speciali e inefficaci, nello sviluppo di una cultura autoritaria impregnata d
i fanatismo etico. La situazione internazionale č sotto gli occhi di tutti. Legalizzare lo spinello č giusto, ma non deve essere l'alibi per difendere il divieto su tutto il resto, visti i costi umani e sociali che il proibizionismo impone a tutti, consumatori e non consumatori di droghe.