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Agora' Agora - 13 dicembre 1989
DROGA: IL PRESIDE DELL'ISTITUTO NAUTICO DI RIPOSTO (CT) PROIBISCE L'INGRESSO A SCUOLA DI UNO STUDENTE, PRECEDENTEMENTE FERMATO PERCHE'IN POSSESSO DI UNA PICCOLA DOSE DI MARIJUANA.
INTERROGAZIONE DI VESCE, FACCIO, MELLINI, CALDERISI, RUTELLI.

Roma, 13 dicembre -N.R.- I deputati Emilio Vesce, Adele Faccio e Francesco Rutelli del gruppo Verdi-Arcobaleno assieme a Mauro Mellini e Peppino Calderisi del gruppo Federalista Europeo, hanno presentato la seguente interrogazione ai ministri della Pubblica Istruzione e di Grazia e Giustizia.

Ricordato che

- Massimo Pennisi, di anni 18, studente iscritto al quinto anno dell'istituto nautico "Luigi Rizzo" di Riposto (CT), fu fermato il 3 ottobre u.s. in una piazza di Giarre con in tasca una piccola dose di marijuana;

- il ragazzo fu denunciato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, arrestato ed in seguito gli furono concessi gli arresti domiciliari;

- qualche settimana dopo il giudice concesse la libertà provvisoria al giovane affinchè potesse, come lui stesso aveva richiesto, frequentare la scuola;

- incredibilmente a questo punto il preside della scuola, Paolo Bonsignore, forse pensando di avere a che fare con chi tiene le fila dello spaccio di droga a Catania, ha pensato bene di proibire l'ingresso nella scuola al ragazzo che da più di un mese si presenta tutte le mattine davanti al portone sperando che questo assurdo divieto sia rimosso;

- la situazione del ragazzo, che è stata compresa sia dai magistrati che dai professori e compagni di scuola, è sul punto di peggiorare ulteriormente perchè se non presenterà un certificato di frequenza scolastica sarà costretto a prestare servizio militare;

si chiede di sapere:

1. Se non ritengano che nell'atteggiamento del preside si possa ravvisare il reato di abuso e omissione di atti d'ufficio come da denuncia dell'avvocato difensore del ragazzo a cui viene impedito, con questo atto discriminatorio, di poter usufruire del suo diritto istituzionale all'istruzione.

2. Se intendano intervenire immediatamente affinchè a Massimo Pennisi sia consentito di riprendere regolarmente la scuola in modo tale che possa conseguire il suo titolo di studio e non debba sentirsi "macchiato" di chissà quali colpe non essendo oltrettutto stata dimostrata l'accusa di spaccio delle poche dosi di droga leggera che gli sono state trovate in tasca.

3. Se non pensano che questo episodio, avvenuto oltrettutto nel mondo della scuola, sia un pericoloso segnale di come rischia di essere affrontato, con assurde criminalizzazioni dei piccoli consumatori, la questione droga spostando di fatto l'attenzione dalle gravi responsabilità della grossa criminalità politica e comune che ne gestisce il mercato.

 
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