Roma, 27 dicembre - N.R. - "Uno stato democratico non può nascere sulla base di un processo sommario, clandestino e sulla pena di morte.
L'esecuzione di Nikolai ed Elena Ceausescu - hanno dichiarato Sergio D'Elia, segretario federale del PR e Primo Mastrantoni, consigliere federale del PR - è un grave fatto che segna negativamente la nascita del nuovo stato rumeno che vogliamo sia stato di diritto e di garanzia dei principi fondamentali, anche per il responsabile dei peggiori delitti contro il popolo rumeno.
Affermiamo, oggi, questo con forza, proprio in quanto radicali, i quali - spesso soli ed inascoltati - in passato hanno sempre denunciato ed operato, con rigore e nonviolenza, contro il regime di Ceausescu, mentre molti governi in Occidente lo accreditavano come unico stato amico tra i paesi dell'Est.
Non sappiamo se il tribunale speciale, che ha giudicato e condannato a morte i Ceausescu, abbia agito autonomamente da - e contro - il Comitato di salvezza nazionale, dal quale comunque auspichiamo un giudizio politico il più possibile scevro da logiche emergenziali e l'impegno a garantire i principi dello stato di diritto, in attesa di istituire forme ed organi giurisdizionali ordinari."