Roma, 30 dicembre -N.R.- Questa mattina il presidente del Consiglio Federale Marco Pannella, la presidente Emma Bonino ed il presidente d'Onore Bruno Zevi, hanno presentato i lavori del Consiglio Federale del Partito Radicale che si terrà a Roma dal 2 al 7 gennaio presso l'Hotel Ergife (via Aurelia, 619).
Martedì 2 i lavori avranno inizio alle ore 15.30.
Il Consiglio Federale si tiene in luogo del Congresso e per la rilevanza delle scelte che devono essere compiute e delle presenze previste, può essere considerato quasi un Congresso.
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Questa una sintesi della conferenza stampa.
Il Partito Radicale, ormai, è trasnazionale e transparititico. O non è. Le energie umane, organizzative, finanziarie necessarie per la sua azione, e per la democrazia, in regioni sempre più estese del mondo, sono assolutamente minime in relazione a quelle spese da imprese politiche ed economiche tradizionali, ma ormai, senza rapporto con quanto effettivamente il PR oggi raccoglie, e di cui necessita. Questa crisi radicale viene esorcizzata dalla classe dirigente, dagli intellettuali, dai 'democratici' dei regimi partitocratici. Qaunto più il PR è oggi, manifestamente, transnazionale e transpartitico, quanto più i suoi obiettivi, le sue lotte, le sue analisi appaiono senza confronto con quelli delle lotte nazionali ed internazionali classiche esistenti, tanto più questa crisi viene ignorata o rimossa da parte di tutti, specie in Italia, anche da coloro che alcuni anni orsono si erano mobilitati a far proprio il PR per vietarne la scomparsa, anche ed in primo luogo i comunisti, si evita di affrontare il prob
lema, di avere l'onestà intellettuale e la forza politica di dire chiaramente che non si intende fare nulla per cui questa crisi sia una crisi di crescita anziché di liquidazione. Il PR ha terminato il 1989 senza ottemperare all'invito ed alla previsione del Congresso di Budapest di opporre alla clandestinità politica (cui la 'Democrazia Reale', la partitocrazia italiana l'ha relegata, illegalmente e negando ogni garanzia e dettato costituzionale) un assetto straordinario di lotta e di resistenza.
Fino all'ultimo giorno dell'anno il Partito Radicale è stato retto dai suoi organi istituzionali che hanno vegliato ad attuare il mandato e gli obiettivi loro assegnati dal Congresso e dal Consiglio Federale, e lo hanno fatto con straordinaria forza, efficacia ed umiltà. Ma né il segretario del partito, né il Consiglio Federale hanno preso l'iniziativa di convocare il Congresso, che avrebbe dovuto tenersi dal 2 al 7 gennaio.
Nessuna iniziativa, anche di base, periferica, di semplici iscritti, ha politicamente chiesto che questo adempimento fosse effettuato. Unanimi, gli iscritti hanno constatato, dunque, che il trentaseiesimo Congresso del PR non era convocabile, oggettivamente impedito come ogni attività democratica di informazione, di dibattito, di lotta democratica, senza le quali la vita di un partito democratico diviene rapidamente impossibile, se rifiuta di pagare il prezzo della omologazione partitocratica.
Nessun partito italiano, d'altra parte, ha posto il problema del proprio bilancio come problema politico, democraticamente discusso e deliberato dai propri organi sovrani, dagli iscritti, dai congressi. Dinanzi a questa necessità costitutiva di effettiva democrazia nessun partito europeo, e non solamente italiano, l'ha affrontato. In tal modo nessun partito, nessuno, dipende effettivamente dal consenso dei cittadini e dal contributo e controllo dei suoi iscritti, ed interamente dal conoscere per scegliere e deliberare da parte della gente.
Il Partito radicale, con il suo Consiglio Federale in luogo del Congresso, alza tutte le sue bandiere di raccordo ideale, politico, storico, umano, civile perchè sia chiaro a chi avrà il privilegio di scorgerne le manifestazioni di vita (ed a chi le scorgerà per meglio occultarle e stravolgerle) che questo partito costituisce sempre più la sola possibile leva democratica atta e pronta a secondare una alternativa adeguata e riconoscibile alla crisi della nostra società e del nostro tempo, a partire da realtà sempre più estese e altrimenti divergenti fra di loro.
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Il Consiglio Federale articolerà i suoi lavori anche attorno ai seguenti temi:
1) le rivoluzioni nazionaldemocratiche nel centro e nell'est europeo e le involuzioni antifederaliste europee nella CEE, in particolare ad opera dei partiti socialdemocratici tedesco, spagnolo, francese e anche italiano del PSI; necessità di un partito federalista europeo.
2) il potere e la politica proibizionisti, terza espressione di follia autoritaria, antidemocratica e violenta, dopo quella fascista e quella del socialismo reale; -l'organizzazione nel mondo della risposta e della alternativa democratica, nonviolenta, antiproibizionista.
3) L'esempio italiano, quale quello di una possibile frontiera di alternativa antinazionalista, europeo, riformatore, liberaldemocratico e liberalsocialista e di nuovo umanesimo ambientalista.
Costituente laica e costituente PCI.
4) Lo stato della battaglia per il diritto alla vita e la vita del diritto nel Sud del mondo; La lotta perchè vi siano decine di milioni di vivi (e non di sterminati con la fame) per lo sviluppo.
5) Azioni nonviolente e satyagraha ovunque possibile nel mondo per la vita del Partito Radicale, anche come occasione di rilancio organizzato della nonviolenza politica ed istituzionale: A partire dallea relazioni introduttive sullo stato del Partito e dal documento programmatico del PR del 1990.
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MARCO PANNELLA HA QUINDI LETTO IL MESSAGGIO DI Vaclav Havel, Presidente della Repubblica cecoslovacca, al Partito radicale:
»SO CHE DA LUNGO TEMPO IL PARTITO RADICALE SOSTIENE GLI SFORZI DI DEMOCRATIZZAZIONE IN CECOSLOVACCHIA, E CHE HA SOSTENUTO DEI RISCHI IN QUESTO SUO SFORZO. Se non altro POSSO INVIARE UN RINGRAZIAMENTO AL PARTITO RADICALE, RICORDANDO ANCHE CHE DUE TRA LE PERSONE CHE IN QUESTO PERIODO MI SONO STATE PIU' VICINE SONO ISCRITTE AL PARTITO RADICALE .
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PRESENZE TRANSNAZIONALI AL CONSIGLIO FEDERALE
Il CF è composto da 94 membri, 35 eletti al Congresso di Budapest,
59 membri di diritto.
Hanno già assicurato la propria presenza:
UNIONE
SOVIETICA Irina Alberti
Nicolai Kramov
Leonid Pliusc
Ekaterina Podolzeva
Iuri Semionov
UNGHERIA Emilio Iovanescu
Felix Karman
Daniel Lanyi
Anne Losonczy
Andras Nagy
Eva Olak
Ference Parcz
Zoltan Rockenbauer
Janos Sebeok
Andras Zeckfu
Ferenc Zemplenij
ROMANIA Grigori Arbore Popescu
Violeta Barascu
POLONIA Marek Krukovski
Anna Niedzwieszka
Kristov Sliwinski
IUGOSLAVIA Eros Bicic
Vito Cesmadzinski
Blastiir Kusikk
Jelico Rosko
Lazar Stoianovic
Jasa Zlobek
CECOSLOVACCHIA John Bok
Jiri Pavlicek
Richard Stockar
Martin Ivan Jirous
Miroslav Kvasnak
Rich Stockar
Daniel Vetrovski
SPAGNA Alas Minguez
Arce Mateos
Pablo Burgos
Adolfo Linares
Begonia Rodriguez
Josè Manuel Sanchez Garcia
PORTOGALLO Luis Mendao
Jorge Pegado Liz
GRAN BRETAGNA Richard Balfe
Antony Henman
STATI UNITI Ralph Salerno
Arnold Trebach
OLANDA Wijnand Sengers
GRECIA Ianniss Banias
CANADA Mariee Andree Bertrand
FRANCIA Francis Caballero
Claude Cornot
Jean Maurice Duval
Maud Marin
Jean Pierre Roche
ISRAELE Orna Csillag
BELGIO Alexandre De Perlinghi
Olivier Dupuis
Michel Hancisse
Jean Luc Robert
BURKINA FASO Basile Guissou
Mustafà Sarr
COSTA D' AVORIO Gaouassau Ouattara
NIGERIA Mike Aijai
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BIOGRAFIE DEI PARTECIPANTI CECOSLOVACCHI
-JOHN BOK, 44 anni, firmatario Charta 77, è anche membro dell'NMS (Movimento indipendente per la pace), dell'HOS (Movimento per le libertà civiche); è stato arrestato nel gennaio scorso durante la manifestazione indetta in occasione del processo contro Vaclav Havel, ed è stato uno degli arrestati il 17 novembre scorso, nella grande manifestazione promossa dagli studenti che ha dato il via alla "rivoluzione sorridente".
-IVAN MARTIN JIROUS, 45 anni, filosofo dell'arte, uno dei dissidenti cecoslovacchi più noti. Ha trascorso in carcere oltre 8 degli ultimi 20 anni. Firmatario ch 77, editore di OKNO (finestra) è stato nominato membro onorario del Pen club statunitense l'anno scorso. L'ultima condanna a 16 mesi gli è stata inflitta per aver sostenuto la lettera aperta che tra le altre cose denunciava la responsabilità di funzionari statali nella morte in carcere di Pavel Wonka, avvenuta l'anno scorso. E' stato adottato da Amnesty International.
-MIROSLAV KVASNAK, (diminutivo MIREK) 28 anni, per due anni studente di Economia a Praga, membro dell'HOS (movimento per le libertà civiche) e del VONS (comitato per la difesa delle persone ingiustamente arestate) ora lavora come carbonaio.
-JIRI PAVLICEK, 44 anni, incarcerato varie volte per aver pubblicato samizdat, firmatario Charta 77, è anche membro dell'NMS e del John Lennon Peace Club.
-RICHARD STOCKAR, 31 anni, lavora nel teatro Laterna Magica, che è stato il primo quartier generale del Forum Civico. E' tra i più attivi nella pubblicazione e duplicazione di materiale informativo sul Partito.
-DANIEL VETROVSKY, 23 anni, studente all'Accademia teatrale. E' membro del Comitato di sciopero degli studenti, che ha avuto grande importanza in questa fase della vita cecoslovacca.
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-JIRI HAJEK, 77 anni, già Ministro degli Esteri di Dubcek, è stato il primo portavoce di Charta 77. SOLTANTO UN GRAVE PROBLEMA DI SCIATICA GLI HA IMPEDITO DI ACCOGLIERE L' INVITO E PARTECIPARE AL CONSIGLIO FEDERALE DEL PR, cui augura il migliore successo.