Paolo Pietrosanti -Consigliere federale del Partito radicale, e tra i fondatori del Coordinamento Non Uccidere- ha oggi dichiarato.
»Di fronte alle dichiarazioni di Forlani -come di fronte a gran parte delle reazioni registrate dai quotidiani oggi in edicola- sorge una seria preoccupazione. Questo è il paese che tra i primi al mondo ha abolito la pena di morte, con il Codice Zanardelli del1889, e ancor prima lo aveva fatto il Codice Toscano; questo è il paese in cui la scienza giuridica è sempre stata compatta nell'affermare l'inutilità, in primo luogo, della pena capitale, in primo luogo dal punto di vista della politica criminale. Questo è il paese che ha salvato Paula Cooper, che ha acquisito a livello internazionale una immagine di paladino della volontà abolizionista; questo è il paese la cui Camera dei deputati ha in agosto ad amplissima maggioranza (magari anche Forlani aveva votato a favore...) approvato mozioni per l'abolizione totale in Italia della sanzione capitale, e per un ruolo attivo di questo paese a livello mondiale. E questo è ora anche il paese in cui colui che sulla carta dovrebbe essere il più cattolico tra i segret
ari di partito si esprime per l'omicidio di stato.
Siamo, come Non Uccidere, impegnati con Amnesty International nella battaglia per la definitiva espulsione della pena di morte dall'ordinamento giuridico italiano; e siamo una coalizione di organizzazioni, un cartello di forze cui un grande apporto viene dalle grandi organizzazioni cattoliche.
Credo dovremo insieme pensare -tutte le organizzazioni di Non Uccidere- a mutare la nostra fisionomia, per trasformare Non Uccidere in un associazione cui i cittadini aderiscano direttamente, abbandonando il nostro attuale essere coalizione di organizzazioni. Perchè probabilmente occorre in Italia un movimento "italianissimo" contro l'omicidio di stato, che sappia porsi con chiarezza come parte nella nuova campagna di civiltà che deve aprirsi.