di Massimo Teodori, già relatore di minoranza della commissione d'inchiesta sulla P2.

La campagna intrapresa da alcuni vedovi dell'anti-P2 è un polverone che non serve ad individuare e colpire gli eversori, palesi ed occulti, della democrazia che oggi, come dieci anni or sono, operano per stravolgere le regole democratiche. Come i piduisti legati nella P2 destabilizzavano per stabilizzare il potere, compreso il loro personale e di gruppo, così di questi tempi sono all'opera eversiva i partiti che occupano lo Stato ed i grandi trust dell'informazione, a cominciare da quello pubblico della RAI-TV fino a Berlusconi, che prevaricano ogni giorno il diritto d'ogni cittadino alla corretta informazione.

Ai "professionisti dell'antipidue" rispondiamo quel che Leonardo Sciascia diceva ai "professionisti dell'antimafia": »A differenza del fascismo, la democrazia ha fra le mani l'unico strumento idoneo a combattere la criminalità: il diritto. Il rischio di sostituire al simbolo della bilancia della giustizia la cosiddetta "cultura delle manette". I comitati di vigilanza o di salute pubblica sono simili alle folle che nei film western chiedono la giustizia sommaria a cui si oppone il buon sceriffo! .

La nuova commissione d'inchiesta sulla P2 è una minestra riscaldata tipica della cultura dell'emergenza dieci anni dopo. Se reati vi sono da parte di vecchi piduisti e di nuovi pitreisti, si intervenga duramente con gli strumenti del diritto e questa è l'unica via seria per non inventare i fantasmi delle false sedizioni per nascondere la realtà del vero esercizio del potere anche illegittimo.

Una siffatta operazione viene tentata in queste ore da "Il Popolo" che con mossa da avanspettacolo degna di Fregoli collega il referendum sul sistema elettorale con il Gelli-pensiero.