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Agora' Agora - 18 gennaio 1990
LUINO: SE PENA DI MORTE HA DA ESSERE, SIA LA MAGISTRATURA A INFLIGGERLA, NON IL GOVERNO ANDREOTTI. DICHIARAZIONE DI MARCO TARADASH.

Strasburgo, 18 gennaio 1990. L'eurodeputato Marco Taradash (Gruppo Verde, Lista Antiproibizionista) ha rilasciato la seguente dichiarazione sui fatti di Luino, che hanno portato alla morte di quattro banditi uccisi dai carabinieri durante un tentativo di sequestro di persona.

La stragrande maggioranza degli uomini politici e dei giornali inneggia al successo della prova di forza delle forze dell'ordine. In realtà, come tutti abbiamo capito, si è trattato di un tiro a segno con bersaglio immobile. La preda era intrappolata, ma si è deciso di applicare a freddo la pena di morte. Ora i casi sono due: o i carabinieri erano conigli ancora più spaventati dei banditi ormai senza via di fuga, oppure sapevano di poter agire da "intoccabili" avendo assicurata la copertura del Governo. Questa mi pare l'ipotesi più probabile. In attesa di qualsiasi effettiva strategia anticrimine, in presenza di leggi confuse e di una amministrazione della giustizia persino peggiore delle leggi che deve applicare, si preferisce applicare la vecchia logica di guerra tipica degli eserciti in rotta - del "non fare prigionieri"

Non è una vittoria dello Stato, al contrario.

L'episodio di Luino è la riprova della debolezza di questo Stato che non tutela né la sicurezza dei cittadini, né il rispetto delle garanzie degli imputati, né la correttezza dei commerci né la legittimità delle istituzioni.

Se la strada che il Governo Andreotti ha deciso di intraprendere è quella della pena di morte, abbia almeno la decenza di introdurla nel regime penale.

Di fronte all'applicazione arbitraria della giustizia sommaria da parte di Andreotti viene persino rivalutato il legalismo di Forlani.

Almeno nella sua invocazione della pena di morte aveva fatto capire di non considerare superati parlamenti, codici e tribunali. E magari neppure Amnesty International

 
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