La data di svolgimento del referendum è stabilita dalla legge nell'ambito di un "ciclo" annuale delle procedure referendarie caratterizzate da precise garanzie anche temporali.
Pertanto, spostare la data, significa ledere l'esercizio di un diritto costituzionale.
La reazione del Governo è preoccupante, è l'ennesima manifestazione di fastidio di fronte all'esercizio della democrazia.
Il Governo ripensi al suo atteggiamento e soprattutto smetta di drammatizzare questa scadenza, del resto già nota da tempo. O pensava, come al solito, che la Corte Costituzionale avrebbe tolto le castagne dal fuoco?
Sulla caccia si tratta addirittura della terza iniziativa referendaria. La prima fu promossa nel 1980.
Se si voleva provvedere per via legislativa ad una seria e rigorosa disciplina ci si poteva pensare prima. Ora occorre votare perchè in due mesi non si fanno certamente buone leggi come tanti precedenti dimostrano.